Icona del cantautorato italiano, Claudio Lolli è stato anche un insegnante. Un’esperienza che lo ha segnato, come lui stesso ha tenuto a sottolineare nel corso dell’intervista rilasciata a Rockit. “Da qualche anno ho smesso, ma è stato meraviglioso. – faceva sapere Lolli nell’intervista rilasciata circa un anno fa – Faticoso, ma meraviglioso. Tornavi distrutto da un concerto, parcheggiavi la macchina sotto la scuola, andavi in classe la prima ora a parlare dell’Inferno di Dante e sapevi benissimo cosa dovevi dire.” È proprio nel corso di questa intervista a che Claudio Lolli svela quale sarebbe stata la canzone che avrebbe voluto scrivere lui: ““La storia” di Francesco de Gregori”, aveva ammesso. Una carriera mai scontata quella di Lolli, che purtroppo ci lascia a 68 anni a causa di una brutta malattia. (Aggiornamento di Anna Montesano)
LA SUA RIFLESSIONE SULL’INDUSTRIA DISCOGRAFICA
Il mondo della musica piange Claudio Lolli, uno dei cantautori simbolo in Italia. In un’intervista rilasciata lo scorso anno a Rockit, Lolli presentava il suo nuovo lavoro musicale e parlava di industria discografica. Questa fu la sua riflessione in merito: “Io non ho avuto una grandissima esperienza all’interno dell’industria e quella che ho avuto non è stata molto positiva. Io non sono un tipo su cui puntare: l’industria naturalmente e giustamente punta sul successo commerciale, io non do nessuna garanzia di quello. – aveva ammesso, aggiungendo – Io posso dare una garanzia di scrittura, questa la do. Chi vuole utilizzarla e può utilizzarla in qualche modo, mi si avvicina, chi non ha interesse in questa cosa, ovviamente sta lontano da me. Poi c’è stato anche qualche grandissimo personaggio che è riuscito a combinare le due cose, ad esempio Lucio Dalla, ma si contano sulle dita di una mano e ne avanzano. È un’esperienza che sono francamente felice di avere chiuso.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
L’AMORE PER BOLOGNA
Claudio Lolli è morto all’età di 68 anni in seguito a una lunga malattia. È stato uno dei simboli della canzone d’autore italiana, in perenne movimento. In un’intervista rilasciata lo scorso anno a Rockit, il cantautore ha parlato del suo amore per Bologna e com’è viverci: “Vivere a Bologna oggi è bellissimo, anche se proprio oggi ci sono quasi quaranta gradi e quindi rompe un po’ i coglioni. Però è una città sempre molto vitale, anche se io non posso più viverla con molta partecipazione per i miei problemetti fisici. È una città che si mantiene sempre su una bella linea di… non voglio dire combattimento, che è una parola che non mi piace, diciamo una bella linea di attenzione al mondo, a quello che succede. Credo che Bologna da qualche parte abbia un’intelligenza.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
LA SIMPATIA PER IL COMUNISMO…
Da Disoccupate le strade dai sogni, la rotta di Claudio Lolli si fece più chiara. Certi azzardi si addicevano poco alle sonorità dell’epoca, e il pubblico lo ripudiò ben presto. Non aiutarono, poi, le sue dichiarate simpatie nei confronti del comunismo. “Io non sono un tipo su cui puntare”, ammise consapevole a Rockit, “l’industria naturalmente e giustamente punta sul successo commerciale, io non do nessuna garanzia di quello. Io posso dare una garanzia di scrittura, questa la do. Chi vuole utilizzarla e può utilizzarla in qualche modo, mi si avvicina, chi non ha interesse in questa cosa, ovviamente sta lontano da me”. Lolli se n’è andato a 68 anni, ma non era più tempo per lui già da un po’. Il cantautore rimpiangeva gli anni giovanili, quando “tornavi distrutto da un concerto, parcheggiavi la macchina sotto la scuola, andavi in classe la prima ora a parlare dell’Inferno di Dante e sapevi benissimo cosa dovevi dire. Faticoso ma meraviglioso”. [agg. di Rossella Pastore]
“ZINGARI FELICI” NELL’ERA DI SALVINI
“La mia generazione ha vinto”, affermava convinto Claudio Lolli qualche mese fa. La sua era una presa di posizione contro quei cantautori (Gaber fra tutti) che sostenevano il contrario. “Io ho 67 anni”, si legge nella sua ultima intervista a Repubblica, “la situazione della donna oggi è molto migliorata e così la relazioni autoritarie in famiglia, nella scuola, nella società. E tutto questo l’abbiamo fatto noi. E ti dico anche una cosa importante: l’abbiamo fatto non con fatica, ma con gioia. Non sono passate invano le nostre lotte ma oggi i ragazzi neanche se ne rendono conto, per loro è un dato acquisito”. E gli “zingari felici” oggi, con Salvini al (quasi) comando? “La felicità degli zingari è quella a cui dobbiamo tutti puntare: fa ancora scandalo la felicità, soprattutto quella di un soggetto su cui è facile addossare tutti i mali”. [agg. di Rossella Pastore]
IL RICORDO DEGLI AMICI
Sono molti quelli che hanno deciso di ricordare con un gesto, una parola o un ricordo Claudio Lolli dopo la sua morte. Tra questi c’è anche il regista di Velocità Massima e Diaz, Daniele Vicari. Questi su Twitter ha scritto: “Nell’ultimo concerto di Claudio Lolli a cui io ho assistito una decina di anni fa a Roma, un gruppo di persone gli chiese di suonare un po’ di liscio per ballare e lui inviperito urlò al microfono: “E’ colpa del liscio se è fallita la rivoluzione” e questo ancora mi fa ridere”, clicca qui per il tweet e per i commenti dei follower. Splendido aneddoto raccontato da Daniele Vicari che vuole salutare a modo suo e con il sorriso sulla bocca un grandissimo del nostro spettacolo in grado di dare tantissimo anche grazie a una sensibilità al di sopra della media. Sui social fioccano i commenti e sono sempre di più le persone che con grande affetto ricordano la vita di questo straordinario artista. (agg. di Matteo Fantozzi)
LA MOGLIE MARINA
Se n’è andato dando poco preavviso anche ai suoi cari, Claudio Lolli, il cantante morto oggi all’età di 68 anni. Lo ha raccontato Marina, sua moglie del 1976, che a La Repubblica ha confermato come il marito non fosse malato, a voler sottolineare una volta di più che “è stato tutto così rapido”. Le avvisaglie di un malessere a dire la verità c’erano state un paio di giorni fa: il giorno di Ferragosto non si sentiva bene. Oggi poi aveva chiesto l’intervento di un’ambulanza, ma non ha fatto in tempo ad arrivare in ospedale che il suo cuore ha smesso di battere. La moglie racconta:”Il suo disco di inediti, Il grande freddo, è di talmente pochi mesi fa. E’ vero, per tanti è rimasto il cantautore degli Zingari felici (forse il suo più grande successo datato 1976 “Ho visto anche degli zingari felici”, ndr), ma è assurdo bloccarlo in quella fotografia di così tanti anni fa. E’ stato anche molto altro”. (agg. di Dario D’Angelo)
CLAUDIO LOLLI È MORTO
Claudio Lolli è morto all’età di 68 anni in seguito a una lunga malattia. L’uomo era stato negli anni settanta uno dei simboli della musica italiana. All’inizio della sua carriera aveva aperto diversi concerti di Francesco Guccini nella storica Osteria della Dame a Bologna. Fu simbolo dell’insoddisfazione della canzone politica dopo il ’68. Oltre che musicista fu anche poeta e scrittore, tornò nel 2017 a farsi sentire dopo anni di assoluto silenzio con l’album Il Grande Freddo che vinse la Targa Tenco nella categoria “Miglior disco dell’anno in assoluto”. Questo fu finanziato con un’operazione di crowdfunding lanciata direttamente sul web. Fu artista impegnato dal punto di vista sociale e in grado di regalare al suo pubblico emozioni davvero incredibili oltre che spunti di riflessione davvero molto interessanti.
“LA MUSICA MI HA SALVATO LA VITA”
Quando si parla di Claudio Lolli, morto oggi dopo una lunga malattia, non si può che tornare a pensare anche a una lunga intervista dove sottolineò: “La musica mi ha salvato la vita dalla banalità. È uno scopo: cercare di guardare la realtà con occhi diversi e poi raccontarla“. Parole importanti che ci fanno capire come per Claudio Lolli la musica andava oltre l’impegno prettamente legato a livello politico. Fu infatti anche scrittore e poeta, riuscendo tramite carta e penna ad esprimere i suoi sentimenti. Fu a lungo in silenzio nel nuovo millennio anche in seguito a una lunga malattia che lo aveva debilitato. Nonostante questo non ha mai smesso di scrivere e non è da escludere che possano uscire altri brani inediti o scritti postumi.