Oggi 25 gennaio Giorgio Gaber avrebbe compiuto 80 anni. Invece se n’è andato il 1 gennaio di 16 anni fa, troppo giovane, per un brutto male. Troppo giovane e troppo importante, il cantore più disincantato, realista, onesto, implacabile giustiziere della piccola borghesia o dei grandi ideologi di sinistra. Chissà quante ne avrebbe da dire oggi. Lo dice la figlia Dalia Gaberscik in una intervista pubblicata su Leggo.it: “Prenderebbe di mira a caduta dei valori, la perdita del gusto. Ma non rinuncerebbe mai alla sua ironia”. Lui che già nei suoi ultimi anni di vita criticava il ribaltamento dei valori, un tempo, diceva, il figo era il medico di paese oggi altri personaggi, dice ancora. Ad esempio i tronisti. Uomo di sinistra, ma non della sinistra, amava dire, che la sinistra attaccò vietandogli di fare spettacoli nei teatri. “Il bello è che la gente andava in teatro dicendo ora sentiamo cosa dice gabbar, oggi è dura trovarne un altro così”. Come padre, ricorda, era simpaticissimo, era presente e affettuoso. “Con lui le risate più belle della mia vita”, aggiunge.
LA PERNACCHIA CENSURATA
Per lui il teatro era tutto: “Lui viveva in teatro, era maniacale: partiva la mattina, si mangiava un toast, proseguiva con le prove tutto il giorno, la sera faceva lo spettacolo, poi riceveva la gente in camerino, andava a cena a commentare, poi a casa. E la mattina riprendeva, sempre allo stesso modo”. Aveva rinunciato alla televisione dove aveva avuto un grande successo, preferiva il rapporto diretto con il pubblico. Addirittura la Rai gli censurò la canzone Goganga perché alla fine faceva una pernacchia, ma erano gli anni 60. Dice che il suo spettacolo preferito è Far finta di essere sani. Bizzarro invece quando la moglie Ombretta Colli si candidò in Forza Italia: “Mio padre disse che non era d’accordo ma che accettava la sua decisione. Mia moglie è una brava persona, la voterò, diceva”.