Su Libero di oggi una intervista con Mara Maionchi, che ha commentato in diretta tutte le serate del festival di Sanremo su radio RTL 102.5. Commenta i primi tre piazzati al festival: “Ha vinto Mahmoud una sorpresa alla Gabbani un paio di anni fa, una canzone piacevole in mezzo ad altre tristi (in realtà è una canzone tristissima anche questa, visto che parla del fallimento del rapporto tra un padre e un figlio, aggiungiamo noi de ilsussidiario.net, ndr). Un ritornello gradevole e lui ha una bella timbrica. Ultimo e Il Volo hanno completato un podio giovane con due canzoni tradizionali che hanno rispettato la regola”. Si dice però delusa per Loredana Bertè che avrebbe meritato di essere fra i primi tre secondo lei, “una bella canzone interpretata al meglio con una aggressività e una passione commoventi”. A proposito dei conduttori invece dice che nessuno dei tre fa di mestiere il presentatore eppure hanno sempre rispettato un equilibrio non si sono calpestati e neppure risparmiati.
LE POLEMICHE
Invece sulle polemiche contro Baglioni che avrebbe scelto per la maggior parte gli artisti del promoter Salzano dice che la sua agenzia ha la maggior parte degli artisti italiani, “difficile fare Sanremo senza di lui”. Crede alla buona fede e correttezza di Baglioni, aggiunge. Inoltre togliere le eliminazioni è stata una intuizione vincente perché, dice, molti artisti non vogliono andare a Sanremo per il terrore di essere eliminati. Un festival all’insegna del rap? “Le mode vanno così, ma poi è la canzone tradizionale quella che resta nel tempo. Nulla la distrugge o la fa dimenticare”. Nella storia di Sanremo, dice ancora, la canzone che le è rimasta nel cuore è Vita spericolata di Vasco Rossi, un capolavoro. Ma anche E se domani di Fausto Cigliano nel 1964 e Il ragazzo della via Gluck di Celentano, entrambe vennero escluse dalla finale. Un festival che ha rappresentato una Italia cambiata? “L’Italia si è incattivita molto, ci attacchiamo su tutto, perdoniamo solo i nostri errori e non li ammettiamo negli altri, mica solo nella musica. Siamo diventati tuttologi”.