E’ ufficiale, Mahmood rappresenterà l’Italia in occasione del festival Eurovision Song Contest 2019. A dare l’annuncio è stato lo stesso vincitore del festival di Sanremo, che a meno di 72 ore dal grande successo ha appunto comunicato pubblicamente di voler prendere parte alla nota chermesse musicale. Mahmood lo ha fatto via social, pubblicando un post sulla propria pagina Instagram, una foto con annessa la didascalia: «Ok ve lo posso dire, rappresenterò l’Italia all’Eurovision Rai con “SOLDI”. Non vedo l’ora». Dopo giorni in cui non era ben certa la presenza del cantante italiano di origini egiziane, presso l’evento che si svolgerà a Tel Avivi il prossimo 14, 16 e 18 maggio 2019, Mahmood ha rotto gli indugi. Ovviamente entusiasti i fan dello stesso cantante, che hanno commentato a suon della canzone, scrivendo “Clap Clap”, che sta per applausi, il post incriminato. Parlando pochi giorni fa ai microfoni di Radio Deejay, lo stesso Mahmood aveva spiegato: «Siccome la vittoria è stata un po’ inaspettata ancora non abbiamo messo la testa sul tema Eurovision perché stiamo ancora organizzando le ultime cose, ma sicuramente nei prossimi giorni ci penseremo. In caso andrei comunque con Soldi». Ora ogni dubbio è risolto, e la prossima primavera potremo saremo rappresentati sul prestigioso palco dell’Eurovision Festival da parte del giovane vincitore di Sanremo. Il post dell’annuncio è diventato in breve tempo virale, raggiungendo migliaia di like in pochi minuti e ricevendo moltissimi commenti di gente ovviamente entusiasta. Nel frattempo il suo “pezzo” va a gonfie vele, trascinato anche dalle critiche delle ultime ore, circa il fatto che il pubblico preferiva “I tuoi particolari” di Ultimo. Fatto sta che “Soldi” è già entrato in classifica in 12 diversi paesi, ed ha totalizzato un milione e mezzo di streaming in un solo giorno, con l’obiettivo di ottenere entro venerdì il primo posto della classifica FIMI. Mahmood si gode quindi il meritato successo con una canzone fresca, moderna, che strizza gli occhi in particolare ai giovani, nonché internazionale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MAHMOOD SULL’EUROVISION SONG CONTEST

“Mi fa strano essere chiamato ‘personaggio del momento’, non riesco ancora a realizzare. Sono soddisfatto perché la gente che non mi conosce, magari, pensa sia nato tutto da Sanremo ma in realtà dietro c’è un lavoro di anni in cui ho scritto pezzi per me e per altri e sono molto orgoglioso del lavoro e trovarmi qui mi fa un po’strano ma era quello che volevo da sempre. L’ho cercato, ci ho lavorato, ho tenuto duro e questa cosa mi dà la speranza che quando uno si impegna davvero i risultati poi arrivano – ha detto ai microfoni di RTL 102.5 Mahmood che, interrogato sul suo carattere e sulla possibilità di cambiarlo aggiunge – Questa cosa del ragazzo umile e a modo l’ho letta spessa ma io non lo faccio, faccio quello che sono, non faccio cose con sforzo che devo impegnarmi a mantenere nel tempo. Sono fatto così, ho avuto un’educazione ferrea da madre sarda e non credo che cambierò nel tempo”.



Sulla sua decisione di partecipare o meno all’Eurovision rivela che la risposta arriverà a stretto giro: “Ci abbiamo messo la testa ieri sulla questione Eurovision, quindi si tratta di attimi e poi potrò dirvi” e sui contatti mantenuti con gli altri finalisti dopo la vittoria Mahmood ha dichiarato che “Dopo la notte della finale non ho più rivisto nessuno, sono stato un po’con Il Volo durante la foto di TV Sorrisi e Canzoni ma poi non ho visto più nemmeno loro perché sono andato a fare altre interviste, ho fatto le sei di mattina. Ho dormito un’ora e poi ero di nuovo a fare interviste”.



Sulla questione legata alle sue origini e a Milano, città dove e è nato, e sulla figura paterna di cui parla nel brano vincitore del festival, ‘Soldi’, Mahmood aggiunge: Devo molto a Milano, nei miei pezzi, nelle mie descrizioni, essendo nato e cresciuto qui mi ha fatto da culla della musica e mi ha ispirato tanto questa città. La figura del padre? Nel mio mondo interiore l’ho vista sempre come, non so, quello che doveva un attimino occuparsi delle faccende non troppo quelle dedicate all’istruzione ma fare un po’ da ‘boss’ della famiglia, nel mio caso l’ha fatto mia madre Anna che mi ha fatto sia da madre che da padre. In questi anni ho rivisto la figura del padre anche in mia madre e ho capito cosa dovrebbe fare, dovrebbe occuparsi della casa, dell’istruzione, lei mi ha sempre fatto studiare e mi ha obbligato fino alla quinta liceo. Magari ci sono famiglie che quando il figlio dice di non avere più voglia e preferisce andare a lavorare per guadagnare i primi soldi non gli fanno finire l’istruzione. A me era capitato anche quel momento lì ma per fortuna ho avuto anche un’istruzione abbastanza ferrea a casa e la figura del padre l’ho rivista in mia madre, devo tanto a lei”.

Su quella parte di Mahmood che può essere stata sfida ma dolore vero il giovane artista di origini egiziane ha detto“Più che dolore è un peccato non aver vissuto certe cose, ho vissuto un’infanzia e un’adolescenza bellissima e non ho nulla da rimpiangere, ma mi sarebbe piaciuto conoscere meglio certe tradizioni, certi aspetti di una cultura che conosco meno. In Egitto sono stato tipo due volte, una volta ad otto anni.  Mi sarebbe piaciuto conoscere di più le radici, magari lo farò in futuro, non mi precludo nulla”.

Le polemiche, i titoli di alcuni giornali e il caos post vittoria non sembrano però aver rovinato la festa a Mahmood: “Mah è una cosa talmente grande e inaspettata per me che ci vorrebbe molto, molto di più per farmi andare via tutta questa gioia che ho al momento, quindi direi di no, proprio zero” e su cosa ha amato maggiormente e cosa meno della kermesse canora aggiunge: “Una delle cose che senza dubbio che più mi ha dato gioia in questo Festival è stato innanzitutto l’appoggio dell’orchestra perché chiedere all’orchestra di partecipare a un brano non proprio tradizionale per quello che è il festival di Sanremo – potevano benissimo dirmi ‘non battiamo le mani, suoniamo’ – invece hanno voluto partecipare a ‘Soldi’ in maniera totale. Volevamo l’impatto scenico di tutta l’orchestra, dovevano appoggiare gli strumenti e battere le mani e sono stati dei grandi, sono molto grato all’orchestra. Poi mi mandavano i video di ciò che succedeva in sala stampa quando cantavo io ed erano tutti felici e ballavano, battevano le mani, questa cosa mi ha fatto molto, molto piacere. Invece, non so se vi ricordate ma l’ultima sera ho iniziato a cantare e non mi sentivano e ho detto boh, magari è un problema di cuffie, e mentre canto mi tolgo le cuffie e vedo questo signore in platea che mi guarda e mi fa segno di no come per dire ‘Lascia perdere, non si sente’ e mi si è gelato il cuore. Si è rifermato tutto e siamo ripartiti, e ripartire dopo che non ti va il microfono è una roba bella pesante ma ciò che non ti uccide ti fortifica quindi magari mi ha fatto male ma poi mi ha fatto bene”.

 Infine, sugli italiani in un periodo in cui si fanno tifoserie su tutto, dalla musica, alla televisione alla sessualità  e sul fatto che forse siano più profondi e sensibili di quanto non appaia in realtà, Mahmood ha detto:

“Credo di sì ma per me parlare ancora di distinzioni è il vero errore. Sono cresciuto in una generazione con un’apertura mentale talmente vasta che secondo me è proprio nel parlare oggi di queste cose che si creano le distinzioni. Credo più nel fatto che siamo sulla stessa barca, siamo tutti uguali e che abbiamo tutti gli stessi diritti”  aggiungendo che ad alcuni italiani magari frettolosi nel giudicarlo  direbbe che “Prima di tutto, faccio il cantante e cantautore e sono consapevole del fatto che la mia musica possa piacere o non piacere. Io le critiche le accetto tutte, veramente, ma solo se sono costruttive perché così posso imparare anche io, sono ancora agli inizi e devo ancora imparare tanto di questo mestiere e mi servono le critiche costruttive. Quindi agli italiani prego solo di farmi delle critiche che abbiano delle fondamenta e non a caso”.