Beppe Severgnini era ospite ieri sera del programma Otto e mezzo dve ha raccontato la sua esperienza come membro della giuria d’onore di Sanremo, sotto accusa dopo che il voto popolare è stato sovvertito da quello dei giornalisti e delle due giurie, quella della critica e quella d’onore, di cui il giornalista faceva parte. Severgnini ha detto che non c’è stato alcun ribaltamento deciso a tavolino da loro, perché non erano al corrente del voto popolare e non conoscevano la classifica stilata dalla sala stampa: “Abbiamo votato individualmente la canzone che ci piaceva di più. Io ho sentito questa canzone, mi ha colpito il ritmo, a me di solito non piace il rap. Vedevo questo ragazzo non italiano, ma con una mamma sarda e nato a Milano, che con una voce molto particolare se la prendeva col padre e diceva ‘tu mi hai mollato, sei andato via’. Una canzone che mi ha colpito”.
E SU DI MAIO E SALVINI…
Poi ha parlato dell’intrusione dei politici sull’esito della vittoria, Salvini e Di Maio: “Con tutto l’affetto se lui fa il Ministro del Lavoro, io a Sanremo potevo andare pure a cantare. Tutto questo è surreale, è evidente. Sono andato a Sanremo perché è bello, perché piace agli italiani e l’Italia e gli italiani piacciono a me. La novità è che sulla pagina Facebook di Di Maio ero pronto a ricevere migliaia di insulti, invece no. Per la prima volta ho visto che molti commenti erano ‘ma in che mondo viviamo, è il mondo parallelo?’. Con tutto quello che sta succedendo, il governo si occupa della scelta della giuria”. Infine le sue personali preferenze, a parte Mahood: gli sono piaciuti Motta e gli Ex-Otago. Ha detto di non essere un esperto ma di amare la musica: “L’abbiamo presa molto seriamente, nessuno ci ha detto cosa fare, non c’è stato nessun complotto. A me piaceva la canzone di Mahmood, che vi devo dire?”.