Lo scorso autunno ci siamo occupati del Reate Festival – la piccola ma preziosa manifestazione musicale organizzata ogni anno a Rieti nel bellissimo Teatro Vespasiano- in occasione della presentazione di uno spettacolo prodotto dal Festival medesimo al Teatro di Villa Taverna a Roma (Il ritorno di Ulisse in Patria di Claudio Monteverdi). Abbiamo colto un’altra produzione del Reate Festival al Teatro Nazionale (una pertinenza del Teatro dell’Opera): un gioiello del teatro musicale del Novecento, Il piccolo spazzacamino di Benjamin Britten pensato e scritto nel 1949 per incoraggiare i bambini dai 6 ai 15 anni ad andare all’opera. La produzione risale a qualche anno fa ed è già ripresa con successo al Teatro Nazionale; ora è tornata per dieci repliche, solamente a due delle quali sono ammessi adulti che non siano docenti accompagnatori dei bambini delle scuole. Lo spettacolo dura 45 minuti e, quindi, adattissimo alle scuole.



In quest’opera da camera, su libretto di Eric Crozier, c’è la denuncia, raccontata con la leggerezza tipica delle fiabe, dello sfruttamento del lavoro minorile degli spazzacamini, di grande attualità nella Gran Bretagna del primo Novecento. Una tematica che si ricollega a un altro soggetto al quale Britten era molto sensibile: la corruzione dell’innocenza dell’infanzia da parte degli adulti (ad esempio, ne Il giro di vite). Ne Il piccolo spazzacamino, invece, l’innocenza trionfa.



In breve, nella Gran Bretagna dickensiana, portata alla Londra del Novecento nella abile regia di Cesare Scarton , (le scene sono di Maria Rossi Franchi ed i costumi diAnna Biagiotti e Simona Scandagli), il povero piccolo Sam (Lorenzo Gianbenedetti) è venduto dagli affamati genitori a due sfruttatori Black Coc (Timofei Baranove Clem (Jaime Canto Navarroche lo fanno entrare nel camino (da pulire) della magione della Signora Baggott (Irida Dragotti). Il ragazzino resta intrappolato e chiama aiuto. Lo sentono i bambini di casa Baggott ed i loro amici (Giulia Peverellli, Angelica Splesser, Isabella Mastroeni, Anastasia Spalvieri, Carola Finotti); con l’aiuto della cameriera Miss Rowan (Louise Kwong) lo fanno uscire dal camino e, visto quanto è coperto di cenere, gli fanno fare un bagno e lo rivestono. Ascoltano la sua vicenda e, quando i due loschi figuri ritornano per controllare come è stato fatto il lavoro (e portare Sam a pulire altri camini) lo nascondano in un baule e lo aiutano a decollare verso un futuro migliore.



Nella produzione, ci sono alcuni cantanti professionisti (in gran misura dal progetto ‘Fabbrica’, la scuola di formazione del Teatro dell’Opera) ma soprattutto voci bianche.Britten ha scritto parti facili per le voci bianche, alternando ai bambini quattro cantanti professionisti, e impiega un piccolo gruppo strumentale, da cui, con pochissimi mezzi, il compositore trae una raffinata varietà di colori musicali. Nel relativamente piccolo Teatro Nazionale (dove, però, l’acustica non è perfetta), il lavoro ha un’ottima resa anche grazie alla  Scuola di Canto Corale e la Youth Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Carlo Donadio. Il piccolo organico è molto efficace nel plasmare le tinte della partitura di Britten. Al pianoforte a quattro mani ci sono Lochlan James Brown ed Elena Burova, anche loro due talenti del progetto “Fabbrica” dell’Opera di Roma.

Entusiasti i piccoli spettatori , i quali, dopo questo primo ‘assaggio’, vorranno tornare all’opera.