“La musica è arte e se la musica è buona non mi interessa da dove viene mi interessa che venga diffusa. La musica non si deve trattare come i cioccolatini”. Così dice Claudio Cecchetto fondatore di radio come Deejay e Capital e scopritore di tanti musicisti lanciati al successo come gli 883 a proposito della proposta di legge del leghista Alessandro Morelli di dedicare un terzo della programmazione alla musica italiana. Ma, in questa intervista a Il Messaggero, aggiunge subito dopo che “se effettivamente può aiutare la musica italiana perché non provare? Proviamo per un certo periodo e vediamo cosa succede se va bene andiamo avanti altrimenti cambiamo”.



MUSICA PER DIVIDERE L’EUROPA

Dice poi che in un momento storico in cui si cerca di costruire una Europa unita verso un mondo unito si cerca di creare feudi musicali: “Confini che poi sarebbero solo per le emittenti a meno che non si dia una tessera a tutti con cui dimostrare di aver comprato una canzone italiana su tre. A proposito di Al Bano che dice che la canzone di Mahmoud non è melodia italiana e che bisogna ridurre il rap, Cecchetto commenta che bisognerebbe sapere prima cosa intende la commissione di Sanremo con melodia: “Il rap è parlato se accelera e si modula a che punto diventa effettivamente melodia? Il punto è aiutare gli autori a lavorare, se questi provvedimenti servono proviamo a farli altrimenti no”.

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