Anche Mogol tirato in ballo a proposito della proposta di legge leghista di dedicare una quota importante dello spazio radio alla musica italiana, sulla Nazione di oggi. L’ex paroliere di Lucio Battisti ne è entusiasta: abbiamo aspettato anche troppo dice, tutelare e promuovere la nostra creatività musicale non è di destra né di sinistra, è semplicemente una idea intelligente. In una radio, dice, dove tutto è pianificato e contano solo le logiche di programmazione decisa altrove, difendere l’italianità è una buona cosa. Non è d’accordo che il problema sia l’abbassamento della qualità della canzone italiana, cosa che dice essere vera, dice, una volta l’industria discografica investiva sui giovani.



MOGOL “CON” LA LEGA

“Davano agli artisti in erba il tempo e il modo di provare due o tre album per sperimentare, oggi è tutto un mordi e fuggi. Fai un singolo, va a un talent se funzioni okay altrimenti arrivederci grazie”. Con questo metodi, aggiunge, lui e Battisti saremmo scomparsi dopo le prime due canzoni. A proposito del disegno di legge, prevede che un 10% di spazio sia dato alla musica giovane: “E’ un incentivo, uno stimolo. Spero che il parlamento sia sensibile all’iniziativa”. In conclusione Mogol ammette di scrivere ancora, di non essere capace di smettere. Dice di non aver visto l’ultimo Sanremo ma che gli hanno detto che la qualità era bassa.

Leggi anche

Sondaggi politici 2024/ Astensione 44% ‘doppia’ FdI: Pd 22%, Lega +2% su AVS. Crolla fiducia nel campo largoBonus paritarie, salta emendamento FdI in Manovra 2025/ Restano quelli di Noi Moderati su voucher scuola