2016, tre anni fa più o meno di questi tempi, la cantautrice Elsa Martin nell’attesa di individuare il passo artistico successivo dopo lo spumeggiante esordio a suon di folk-prog di “Verso”, prendeva parte insieme al pianista Matteo Andri a un progetto di canzoni di taglio liederistico dal titolo “Amôrs” dove il direttore/arrangiatore Renato Miani musicava versi del poeta Pierluigi Cappello offrendoli ai due interpreti di cui sopra con un risultato di grande fascino. Sembrava la classica parentesi in attesa di ritornare sui lidi più congeniali della personale proposta artistica, insieme a un altro grande compagno di avventure come il chitarrista Marco Bianchi.
Chi l’avrebbe mai detto che quell’esperimento percorso tre anni fa avrebbe offerto alla nostra lo spunto per riproporre la sfida, allargando l’orizzonte dalla pura interpretazione alla scrittura in proprio? L’incontro con il musicista milanese Stefano Battaglia fa il resto. Lui è pianista di fama internazionale che ha pubblicato con la prestigiosa ECM e che tiene spesso e volentieri performance in mezzo mondo di solo piano – un po’ come i più celebri colleghi Keith Jarrett e Brad Mehldau – ma che non meno di frequente sposta la visuale verso la musica classica, contemporanea e quella di estrazione popolare. Lei è la voce duttile e straordinariamente espressiva che si è fatta apprezzare in questi anni di esperimenti tra quella musica e le virtuose combinazioni tra art pop e cantautorato.
L’incontro produce l’ultima grande provocazione per ciò che le contaminazioni tra differenti mondi possono produrre a livello creativo.
C’è il substrato folk che riemerge in una veste inedita data dall’interazione ardita tra pianoforte, il cosiddetto piano preparato, le percussioni e i moderni effetti elettronici che sostengono il canto con nuove dinamiche d’accompagnamento. Il progetto “Sfueâi” (“stormi di luce sparsi nel cielo” in lingua friulana) diventa un work in progress artistico che prende il via circa due anni fa per essere portato su vari palchi d’Italia, la Martin nel frattempo prosegue su più fronti, dai concerti in duo con Bianchi a un altro progetto questa volta in trio portato su palco con il titolo La Via dei Canti.
Infine l’idea di partenza raggiunge la forma adulta e viene registrato l’album allo studio Artesuono nell’udinese, la musica prende una piega nitida e definita riuscendo a svelare dettagli segreti e particolari di un incanto sonoro basato sull’azione potente della luce sull’oscurità (gli stormi di luce nelle parole in lingua friulana della poetessa Novella Cantarutti).
“Sfueâi” (pubblicato e presentato dal vivo nella sua veste definitiva il 25 gennaio scorso al Teatro Nuovo di Udine) è questa intima connessione tra musica e parole (talora in italiano, più spesso in friulano) che si nutrono e sostengono a vicenda in un gioco continuo di rimandi e di sonorità concentriche. Ci sono i versi pieni di musicalità dei grandi poeti friulani del ‘900, da Pasolini, a Novella Cantarutti, da Federico Tavan ad Amedeo Giacomini, dal recentemente scomparso Pierluigi Cappello e Maria Di Gleria, l’unica tuttora vivente e famosa per i versi di Anin a Gris resi famosi anni quasi trent’anni fa dall’Alice de “Il Sole nella Pioggia”.
E c’è la musicalità squisitamente letteraria dei due protagonisti che asseconda il tema della copertina anche dalle foto presenti all’interno del libretto, che giocano tutte sull’alternanza del bianco e del nero. I colori in un certo senso emergono sottotraccia, nelle sfumature che si schiudono tra le locuzioni folli del pianoforte e le serpentine della voce.
Da un lato pezzi più soffici e intimi – Ciampanis, La luna e la farfalla, Anin a gris, Elementare, L’aunar e la title track – che non si fanno mancare dilatazioni a livello di spunto e improvvisazione, dall’altro quelli più drammatici che dalla prostrazione agonizzante di Sumiant la religion si arrampicano sulle sequenze di variazioni di Canaa su la puarta fino ai violenti incastri di Prejere. La voce della Martin che da limpida e onirica si fa carnale e sanguinante, in bilico tra esilio e liberazione, il pianoforte di Battaglia che dal classico scollina verso aree sperimentali e impressioniste. Il rintocco di una campana che apre e chiude un percorso spirituale, giocato poeticamente sull’amorevole paradosso di Dio che si rende disponibile a essere accolto e perdonato dall’uomo.
In questa complicità a distanza tra Martin, Battaglia e questa schiera di grandi poeti il cuore si innalza come da una periferica. La ricerca di unità tra terra e cielo, tra oscurità e luce, tra complessità e semplicità. Un cammino esistenziale che dal chiarore percorre le zone buie della vita per trovare un’ultima risoluzione in un abbandono trasparente che ritrova nei respiri, nelle relazioni e nelle cose il senso del proprio stare al mondo.
Elsa Martin e Stefano Battaglia saranno in concerto a Milano l’11 aprile 2019 allo Showroom della Fazioli di Via Conservatorio 17.