Ci vuole a Sanremo, ma non solo perché è Sanremo una delicata canzone d’amore. Ci vuole perché il sentimento, quando espresso bene, senza smancerie o volgarità, è cosa bella e fa bene all’anima. Non poteva che proporla Anna Tatangelo, cantante che sin dal coraggioso esordio 15enne proprio a Sanremo, ha fatto del sentimento il suo cavallo di battaglia, a volte riuscendoci meglio altre peggio. “Le nostre anime di notte”, così si intitola, è stata scritta per lei da Lorenzo Vezzini, già suo autore, ed è un bel testo, scritto con eleganza e realismo: “Ha un linguaggio semplice e diretto” dice lei, ed è vero. Aggiungendo che “Di notte sia tutti un po’ diversi, si abbassano le barriere, ci si lascia andare. Nel brano due persone che hanno condiviso parte della loro vita si ritrovano l’una davanti all’altra senza più voglia di giudicarsi. Guardandosi negli occhi capiscono che non tutto è finito”. Già: quando finisce un amore? Quando uno dei due non accetta più di andare incontro all’altro. Questa canzone dice l’opposto.
ANALISI DEL TESTO “LE NOSTRE ANIME DI NOTTE”, LA CANZONE DI ANNA TATANGELO PER SANREMO 2019
Nella canzone di Anna Tatangelo si parte dalla constatazione di un momento difficile, un amore che sembra agli sgoccioli: “Quante bugie ci siamo detti amore quante parole da dimenticare e continuare a negarlo è soltanto una fragilità allontanarsi non è mai la fine”. Un linguaggio appunto diretto, quello di un colloquio e non è facile metterlo in musica, ma scivola via bene coinvolgendo l’ascoltatore, rendendolo curioso di cosa potrà accadere. “Adesso siamo qui occhi negli occhi senza nascondigli senza difendere più i nostri sbagli o sfidarci tra noi”. Il confronto faccia a faccia costringe a rivelarsi quello che si è, anche qui il tocco di appassionato realismo è espresso benissimo. Ma le cose non vanno ancora bene: “Finirà così è forse quello che vogliamo entrambi”, ma attenzione: “Lo capisco da come mi guardi che in fondo tu lo sa che mai potremo perderci e più ti guardo e più vedo la parte migliore di noi”. E’ il riconoscimento di qualcosa d’altro che va più in là delle nostre capacità, limitate, di amarci. Di qualcosa che c’è a prescindere e allora va salvaguardato. “Le nostre anime di notte (…) e adesso siamo qua nudi per la prima volta senza il timore di fare una scelta e poi non scegliere mai mai potremo perderci e più ti guardo e più vedo la parte migliore di noi”. Queste due anime di notte si lasciano andare, sanno accogliersi per come sono, “le nostre anime di notte sono più limpide che mai”. Buona fortuna con questa canzone, Anna.