Francesco De Gregori torna a suonare e a cantare dal vivo con il suo “Off the Record” che parte dal Teatro Garbatella di Roma, in scena fino al 27 marzo. Venti concerti durante i quali De Gregori delizierà un pubblico ritretto. Solo 230 persone durante i live del maestro che ha pensato di mettere su una serie di concerti sempre diversi. La scaletta, infatti, non sarà mai uguale, ma cambierà ogni sera. Ci sarà solo un nucleo fisso di canzoni ovvero la parte finale dello show durante la quale De Gregori regalerà al proprio pubblico alcuni dei suoi capolavori più amati ovvero La leva calcistica della classe ’68, Generale, San Lorenzo, Il cuoco di Salò, Miramare, Rimmel. Non mancheranno, tuttavia, anche altre canzoni storiche di De Gregori come La Donna Cannone, Alice, Buonanotte fiorellino. Uno show unico quello di Francesco De Gregori che conferma di essere un artista anticonformista.



FRANCESCO DE GREGORI: UN TOUR MUTEVOLE COME L’ACQUA

Il tour di Francesco De Gregori è mutevole come l’acqua. Diversamente da atri artisti, abituati a riempire gli stadi italiani, “a voglia di saltare meccanismi consolidati di questo mestiere, che tra l’altro io pratico, e tornare quindi alla dimensione ridotta: si crea sicuramente un altro tipo di dialogo, sapere che il pubblico mi, ti può vedere da vicino, emoziona, c’è fisicità. Sarei certamente felicissimo di riempire uno stadio da 70mila persone, però non vorrei mai rinunciare a questo tipo di cose…Qui credo di dare il meglio di me stesso, sicuramente divertirmi. Mi piacciono queste mescolanze di amici e giornalisti…”, racconta De Gregori all’Agi.it. Il primo show live del nuovo tour è partito con “Viva l’Italia”, seguita subito da “Ma che razza de città”. E la scelta di iniziare con Viva l’Italia non è casuale: “Viva l’Italia è una canzone che negli ultimi tempi avevo rifiutato e che adesso, invece, sono fiero di avere scritto e di avere cantato. Però non è necessariamente legata all’attualità politica, credo che indicare un sentimento di amore e di speranza per questo Paese possa essere importante per me e per tutti quelli che appena sentono l’attacco ‘na-na-na-na-na’ provano gli stessi sentimenti. Sono quelle canzoni che ti vengono bene e che riescono a identificare, credo, un sentire comune”, spiega De Gregori a Repubblica.

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