Esce “È sempre bello”, il nuovo album di Silvano Albanese, in arte Coez. L’artista 35enne lo ha lanciato con un countdown in un party a Milano. Subito è partita la caccia ai testi su Google, mentre su YouTube è cliccatissimo il video della title-track. Coez con il nuovo album celebra dieci anni di carriera: per l’occasione punta su dieci canzoni che parlano soprattutto di amore. Il disco arriva un anno e mezzo dopo quello dei record “Faccio un casino”, con cui è entrato a pieno titolo nella storia dello streaming e della discografia italiana. Ma ha anche segnato una svolta nel suo percorso, non a caso è uno dei cantautori più interessanti del panorama musicale italiano. “È sempre bello”, quinto album solista di Coez, è un disco omogeneo, personale ma anche senza filtri. Un album che trasuda quotidianità, voglia di libertà e urgenza di esprimersi attraverso la musica. Questo nuovo progetto arriva dopo il successo del singolo “È sempre bello”, già certificato platino. E dopo aver staccato dai social: «Sì, sono sparito da Instagram e Facebook. Fatico ormai a restare anche in contatto con i fan. C’è troppa gente che usa male il web, spesso sono proprio le persone più grandi, ad esempio i rapper che approfittano dei conflitti sui social per farsi pubblicità».
COEZ, VIDEO “È SEMPRE BELLO”: ECCO IL NUOVO ALBUM
Fin da subito “È sempre bello” si è imposto ai vertici delle classifiche di streaming e vendita restando stabile da due mesi in Top 10 delle chart con oltre 30 milioni di streaming. Si tratta di uno dei brani più shazammati degli ultimi mesi e il cui videoclip ha quasi raggiunto 16 milioni di views. “È sempre bello” è un disco più rilassato. Parola di Coez, che lo ha presentato a Leggo. «C’è più sole e il lato crepuscolare si è affievolito. Anche se la malinconia di fondo resta», ha spiegato il cantautore emerso dallo studio-bunker romano dove si è rinchiuso per realizzarlo. Per l’occasione Silvano Albanese, in arte Coez, ha scelto una campagna ad effetto: manifesti misteriosi con le frasi delle canzoni a tappezzare le strade di Roma e Milano. «Mi ha ricordato quando riempivo i muri con i miei graffiti o facevo attacchinaggio per strada, di notte. C’è un legame con quella Roma underground». Ma i suoni sono più pop: «La mia musica ora è più diretta e immediata. Sono partito dal rap, dove in una strofa c’erano più versi che in un’intera canzone tradizionale. Ora cerco di asciugare e anche di fare un lavoro più omogeneo a livello di sound». Quando gli viene fatto notare che c’è l’ombra di Vasco Rossi, ad esempio in “Domenica”, Coez risponde: «Lo trovo strepitoso anzitutto come cantante, ha un’estensione vocale pazzesca. E poi è il primo rocker italiano. In fondo siamo tutti figli di quella musica lì, anche se io ho un po’ di rap in mezzo».