Era il 2 marzo di sette anni fa quando Lucio Dalla moriva improvvisamente a Montreux, la mattina dopo aver tenuto un concerto, nella sua stanza d’albergo. Una morte inaspettata da tutti, silenziosa, senza disturbare, dopo aver finito la cosa che amava di più, fare musica. Per una curiosa e triste coincidenza mancavano solo due giorni al suo compleanno, che cade oggi 4 marzo, celebrato nella celeberrima 4 marzo 1943, la canzone che lo rese famoso. Oggi avrebbe compiuto 76 anni e la sua città, Bologna, lo ricorda con un evento speciale, un concerto questa sera al Teatro Comunale a cui prenderanno parte alcuni dei suoi amici più cari, da Ron a Luca Carboni, da Gaetano Curreri degli Stadio e Iskra Menarini con l’orchestra diretta dal suo amico Beppe D’Omghia. Per l’occasione verrà riproposto per intero l’album Lucio Dalla uscito esattamente 40 anni fa, il suo più famoso con pezzi che Anna e Marco e L’anno che verrà. Luca Carboni che Lucio Dalla aiutò molto nei suoi primi anni di carriera, questa sera eseguirà Tango, di cui all’Ansa ha detto essere “una canzone bellissima, di speranza, alla quale sono particolarmente legato”. Ci sarà anche Lo Stato Sociale che canterà Cosa sarà: “Per qualsiasi bolognese, Dalla rappresenta la libertà, la possibilità di fare quello che si vuole: è un artista indipendente nel senso nobile del termine, perché ha smesso di cantare i pezzi scritti da altri e ha cominciato a scrivere i suoi con un’urgenza e una vicinanza molto forte”.
LE LUMINARIE DI VIA D’AZEGLIO
Inutile però recarsi questa sera al teatro sperando di comprare un biglietto, è andato tutto esaurito in poche ore. Un affetto quello della sua Bologna che non si esaurisce mai: a Natale via D’Azeglio, dove viveva l’artista, è stata illuminata da luminarie speciali con le strofe iniziali de L’anno che verrà, luminarie che, si è saputo in queste ore, saranno vendute all’asta. Ma già si pensa di rifare la cosa l’anno prossimo. Le luminarie sono rimaste fino a oggi ben tre mesi dopo Natale: “Le luminarie dedicate a Lucio? Io le avrei lasciate lì, in via D’Azeglio” ribatte Andrea Mingardi, grande amico di Dalla. “Sono piaciute tantissimo sia ai bolognesi, sia ai turisti. Ho saputo di persone che sono arrivate in città proprio per ammirarle da vicino, peccato debbano essere tolte ora. Detto questo, Lucio è stato talmente grande che il suo ricordo non si spegnerà mai a prescindere dalle iniziative che si organizzano. Però qui dobbiamo imparare a valorizzare al meglio le nostre eccellenze, come fanno altrove”.