La notizia viene riportata scaricando le colpe sul solo Vescovo di Lecce naturalmente. Ma a meno che la Curia della città pugliese non sia proprietaria fisica di Piazza del Duomo, dove si trova appunto il Duomo, è ovvio che un vescovo non possa vietare concerti su suolo pubblico. Quello spetta al sindaco. Che sicuramente avrà ricevuto una garbata richiesta da parte di monsignor Michele Seccia e ha aderito, come si fa per tenere giustamente buoni rapporti fra autorità ecclesiali e civili, alla suddetta richiesta. Ma di che concerto stiamo parlando? Quello che la cantante Levante doveva tenere il prossimo 6 agosto in piazza del Duomo a Lecce. Repubblica e Ansa riportano che “La commissione predisposta dal vescovo, monsignor Michele Seccia, valuta le richieste volta per volta”, spiegando di aver ricevuto la richiesta soltanto il primo aprile, cioè dopo la pubblicazione dell’attività promozionale della data e che il portavoce del vescovo ha detto che “certi testi sono troppo irriverenti per essere cantati nella piazza simbolo della Chiesa di Lecce”.
TESTI BLASFEMI DI LEVANTE
Sempre l’Arcidiocesi locale ha detto a Repubblica che “Bisogna che ci sia compatibilità fra i testi, lo spettacolo, e la sacralità del luogo. Evidentemente con i testi di Levante c’è qualche problemino”. Hanno perfettamente ragione. Per citare solo un brano, quello dal significato più evidente intitolato “Gesù Cristo sono io” siamo in pieno campo della blasfemia. La canzonetta infatti non parla, come successo tante volte, del riconoscersi poveri, vittime del male, abusati come il Cristo della croce, ma parla di una banalissima storia d’amore. Dove la protagonista, poverina, soffre così tanto da sentirsi Gesù: “Gesù cristo sono io Tutte le volte che mi hai messo in croce Tutte le volte che sei la regina E sulla testa solo tante spine Gesù Cristo sono io Per le menzogne che ti ho perdonato E le preghiere fuori dalla porta Per il mio sacro tempio abbandonato” aggiungendo che “Per tutte le spine del mondo I chiodi piantati nel cuore Questo è il mio sangue, questo è il mio corpo Li porto via, amore”. Decisione sacrosanta chiedere di vietare il concerto: se ti esibisci davanti a un luogo che per alcune persone è sacro, porta rispetto.