Si intitola “Il povero Cristo” il primo estratto dal disco in uscita il 17 maggio (Ballate per uomini e bestie) del cantautore Vinicio Capossela. Un disco, quello che uscirà prossimamente, che l’autore definisce “Un cantico per tutte le creature, per la molteplicità, per la frattura tra le specie e tra uomo e natura”. Siamo dalle parti di San Francesco, come già Simone Cristicchi all’ultimo festival di Sanremo? Certamente l’ambientalismo e la natura sono diventati, vedi la ragazzina svedese, Greta Thunberg che ha ricevuto anche l’approvazione del papa, l’ultima frontiera dell’impegno, in un mondo che secondo alcuni ha ormai ancora pochi decenni di vita se non si inverte la marcia. Ma a proposito del primo estratto, Capossela, uno dei cantautori più geniali e più amati degli ultimi vent’anni, dà una spiegazione che lascia perplessi: “Il povero Cristo”, brano che riferisce dell’incapacità dell’uomo di salvarsi seguendo il precetto in cui è racchiusa tutta la Buona Novella: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Un precetto semplice, ma evidentemente impossibile da realizzare. L’avidità, l’egoismo e l’ignoranza dell’uomo portano Cristo a rinunciare al suo insegnamento e a tornare infine sulla croce.
UN CRISTO SCONFITTO
“Cristo” racconta Capossela “incontra l’uomo e impoverisce fino a diventare il povero cristo che, sulla bocca di tutti, si fa sinonimo della condizione umana”. Insomma un Cristo sconfitto dagli uomini, quanto di più anti cristiano si possa pensare e soprattutto la descrizione di una sconfitta, di una disperazione, di una rinuncia alla vita. Anche se Capossela, come si deduce dalle sue parole, pensa che un Cristo sconfitto sia la vera condizione umana. Non c’è bisogno di essere cristiani praticanti per capire che proprio Cristo rappresenta l’unica possibilità di riscatto dell’uomo, come la storia ci ha insegnato. Poveri, ultimi, perdenti sono destinati a diventare “i primi”. Una condizione umana dove vincono avidità ed egoismo è invece proprio una condizione da uomini senza Cristo. In copertina nome dell’autore e titolo del brano a forma di croce, musicalmente una ballata lenta in stile vagamente alla Fabrizio De André. Il videoclip, scritto da Capossela e Miriam Rizzo, diretto da Daniele Ciprì che firma anche la fotografia, è girato a Riace. Gli interpreti sono Marcello Fonte (premiato a Cannes per ‘Dogman’ di Matteo Garrone), Enrique Irazoqui (il celebre Gesù di ‘Il Vangelo secondo Matteo’ di Pasolini), il ruolo femminile è affidato a Rossella Brescia.