Cesare Cremonini è stato intervistato quest’oggi dai microfoni di Rai Radio 2 durante il noto programma “I Lunatici”. Un successo che è arrivato fin da giovanissimo per il cantautore bolognese, visto che quando aveva solo 18 anni pubblicò l’album “Squerez” e la sua “50 Special”, che rimasero nelle classifiche italiane praticamente per un anno intero. La fama, i soldi e la gloria, cose che farebbero perdere il senno a chiunque, ma non a Cremonini, “protetto” dalla sua Bologna: «Bologna mi ha molto protetto – racconta – magari a Milano e a Roma avrei perso un pochino più la brocca. Certo vendere un milione e mezzo di copie a diciotto anni…Oggi nessuno sa cosa vuol dire». E qui Cremonini non disdegna un “attacco” alla new generation trap-rap, tanto amata e osannata dai giovanissimi: «A volte sento alcuni artisti molto giovani, tipo i rapper che hanno cinque rolex al polso, vantarsi del proprio successo o dei propri guadagni, vorrei portarli a cena un giorno e raccontargli com’è vendere un milione e mezzo di copie a diciotto anni».
CESARE CREMONINI: “TRAPPER? VORREI SPIEGARGLI…”
E tornando a 50 Special, forse ancora oggi il suo successo più noto, Cremonini racconta un curioso aneddoto: «Avevo 17 anni, stavo studiando per la maturità e per la patente insieme. Ero molto indeciso su quale libro aprire quella mattina. Scelsi di aprire il libro di scuola guida, nascondendolo sotto a quello di Platone. Mia madre se ne accorse, prese la chitarra che avevo accanto e me la ruppe sulla schiena». A quel punto Cremonini, abbandonata la chitarra, decise di sedersi al pianoforte, e lì iniziò la magia: «Mi venne in mente quel saltellato che c’è nella strofa. Con la chitarra non mi stava venendo. Quella chitarra rotta sulla schiena ha fatto venir fuori una delle canzoni più importanti della mia carriera, la prima che ho pubblicato». Un amore, quello per la musica, esploso fin da giovanissimo: «Da bambino la prima cassetta che ho ascoltato era di Battisti. Mi ha cambiato la vita, iniziò lì il mio rapporto con la scrittura e la musica leggera. Poi ho amato Battisti, De Gregori, Vasco». Tanti singoli, tanti dischi, e tanti concerti, ma c’è un evento in particolare che Cremonini si ricorda molto volentieri, la visita a sorpresa di Roby Baggio sul palco: «Il suo carisma è gigantesco, quando è venuto a trovarmi, a farmi la sorpresa, mi ha spiazzato. Mi sono commosso e poi quando ho cantato sul palco la canzone in cui lo cito si è commosso lui. Mi emoziona molto, è nel mio immaginario di sempre uno dei più grandi, se non il più grande».