La canzone italiana? Troppo leggerina oppure troppo ponderosa e pesante? Troppo politicamente corretta oppure esageratamente banalotta? Ecco un libro che può aiutare a chiarire i dubbi: è Cosa Sarà, (280 pag; Itaca Editore, 2009), scritto da Walter Gatti in collaborazione con un gruppo importante di critici ed esperti. Presentato in un affollatissimo spettacolo al recente Meeting di Rimini (il libro si ordina su internet al sito www.itacalibri.it), il volume è il secondo titolo della collana “Educare con la musica” e rappresenta la continuazione ideale di “Help! il grido del rock”, libro sulla musica anglo-americana, un piccolo successo editoriale dello scorso anno. Stranamente, mentre tutti affidano la sopravvivenza della canzone italiana a X-Factor in mancanza di autorevoli alternative, Gatti e compagni hanno raccontato la grandezza “umana” di tante canzoni nostrane degli ultimi cinquantenni. Vediamo, in questa intervista, cosa ne è venuto fuori.
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Un anno dopo Help!, avete mantenuto la promessa di un “percorso” ed oggi abbiamo in mano il libro sulla canzone italiana. Di che si tratta questa volta?
Di un’antologia di canzoni italiane più o meno famose, raccolta meditata e commentata di testi e musiche che raccontano in modo importante l’essere uomo, l’essere vivo, il cercare, l’affrontare il senso delle cose e del divino. Il primo libro ha avuto un successo tale, che non potevamo che proseguire sulla strada che avevamo intrapreso lo scorso anno. Anche grazie a Itaca Editore che ha creduto nel progetto.
L’altro libro aveva preso a prestito il titolo da uno dei successi dei Beatles
E per questo la scelta è andata a posarsi su una canzone di Lucio Dalla, una delle più belle di tutta la sua produzione. Canzone che ci è sembrata simbolica, per quel suo ripetere «cosa sarà, che dobbiamo cercare», in un contesto di vita quotidiana particolarmente “normale” e “poetico”. Il libro vuol giusto mettere in fila tante canzoni che hanno affrontato in modi diversi ma autentici, il tema della ricerca umana. Io e gli altri autori con me, Maniscalco, Muto, Rizza e Coriasco, abbiamo fatto una cernita abbastanza rigorosa, comunque coscienti che la proposta che c’è nel libro ha più che altro la caratteristica di un criterio umano, culturale e artistico.
È quindi un metodo quello che volete provare a proporre?
Esatto. Un metodo di approccio, di ricerca, di narrazione. Qualcosa che potrebbe essere allargato a dismisura oppure personalizzato dai singoli lettori.
Il volume ha un sottotitolo impegnativo: “La ricerca del mistero nella canzone italiana”…
È il nostro punto di vista. Canzoni che cercano di parlare seriamente dell’uomo e che quindi, per loro natura, non possono che essere una ricerca di quel mistero che c’è dentro ogni vita e sotto ogni domanda.
Vi siete dati degli “imperativi categorici” nella realizzazione del libro?
Gli stessi del lavoro precedente: evitiamo la critica saccente e i luoghi comuni; cerchiamo di raccontare “storie” personali, cioè il modo in cui queste canzoni ci hanno colpito o hanno intersecato le nostre vite personali; facciamo emergere il “cuore” di chi ha scritto e interpretato, magari anche a sua insaputa.
Cosa ne è venuto fuori?
Un volume di 129 canzoni che può offrire spunti sia a chi ascolta abitualmente la musica italiana, sia a chi di norma la snobba. E una raccolta che non privilegia o sottostima nessuno: cantautori, band, giovani autori, pop da classifica, c’è di tutto.
Osservando l’indice è interessante vedere tante canzoni non-cantautorali. Come mai?
Guai dire che l’unica canzone buona è quella dei cantautori. Si fa torto a gente come Matia Bazar o Battisti, New Trolls o Mina. Canzoni come “Mi sei scoppiato dentro” il cuore oppure “C’è tutto un mondo intorno” non possono essere dimenticate solo perché non “cantautorati”. Poi diciamo che i cantautori ci sono, in massa, da Tenco a Ruggeri, da Guccini a Capossela. Trattati in un modo diverso, senza sconti di casta…
Abbiamo visto che c’è anche Claudio Chieffo…
Una scelta obbligata. Sarebbe stato strano il contrario. Autore che sarebbe da sdoganare e scoprire a qualsiasi latitudine. Uno che ha scritto La strada, La guerra” e Liberazione nr2 dovrebbe essere considerato un musicista fondamentale, anche da chi oggi considera la canzone italiana rappresentata da Marco Carta.
E le sorprese?
La presenza di canzoni assolutamente dimenticate, come quelle di Sergio Endrigo, e altre di autori non noti al grande pubblico,come Lucio Quarantotto – che pure ha scritto Con te Partirò – e Massimo Priviero, che giustamente Stefano Rizza ha definito nel libro uno dei più grandi autori rock italiani. E poi rileggere alcuni episodi della canzone “politica”, come nel caso di Ivan della Mea e dei grandissimi Area. Il tutto per dimostrare che c’è tanto da scoprire, basta essere aperti, essere curiosi e cercare.
E ora? Il progetto editoriale finisce qui o si prosegue?
Sempre avanti, ovviamente. Al recente Meeting abbiamo presentato uno spettacolo tratto dai due libri, una performance in parole e musica che ora diventa un evento itinerante e di cui stiamo raccogliendo le prime richieste. Poi il progetto della collana di Itaca, Educare con la musica, prevede titoli che riguardano blues, gospel, folk e musica celtica. Pian piano arriveremo a toccare tutti questi generi, sperando di non annoiare i lettori. Nel frattempo è bellissimo vedere come l’interesse di tanta gente, giovani e adulti, a scoprire un modo nuovo di ascoltare la musica stia diventando contagioso. Il resto lo lasciamo al tempo.