È successo! Un preziosissimo pentagramma ricco di notte indimenticabili si è aperto sul palco del Teatro Arcimboldi di Milano e ha deliziato e commosso la platea rispettosa di cotanta genialità musicale che veniva offerta alle sue orecchie, il più delle volte assopite o confuse dai rumori quotidiani o da una musica non musica che ci martella ogni dì contro la nostra volontà.



Una platea che ha potuto godere di grandi, immense melodie, la Musica di un geniale compositore del ‘900, colui che ha dato lustro alla musica per film (e non solo!), Ennio Morricone.
8 Nastri d’Argento, 7 David di Donatello, 3 Golden Globe, 5 nomination all’Oscar, un Leone d’Oro e un Oscar alla carriera, oltre 400 colonne sonore, il Maestro romano l’1 dicembre ha omaggiato il suo amico Giuseppe Tornatore (presente e premiato durante la serata) con un concerto a lui dedicato, in occasione della Laurea Magistrale honoris causa in Televisione, Cinema e New Media conferita al regista siciliano lo stesso giorno dall’Università IULM di Milano.



Un concerto, con alcune prime esecuzioni assolute, reso possibile dalla prestigiosa collaborazione del FAI, in cui Morricone con la sua bacchetta ha fatto librare nell’aria del teatro le sue celebri note per i nove film del suo sodalizio con Tornatore, oltre al brano Per Giovanni Falcone che il maestro romano scrisse nel 1993 per un video speciale del regista di Bagheria sul noto magistrato siciliano, tra i padri della lotta alla mafia.

Note su note, dai crescendo ai calando empaticamente forti che hanno fatto rivivere tutte le atmosfere e immagini dei bei film di Tornatore, da Nuovo Cinema Paradiso fino a Baaria, passando per Stanno tutti bene, La domenica specialmente (l’episodio “Il cane blu”), Una pura formalità, L’uomo delle stelle, La leggenda del pianista sull’oceano, Malena e La sconosciuta.



Tutta la lunga suite tornatoriana è stata un susseguirsi di emozioni differenti: dalla leggiadria di un battito d’amore del cuore all’ansia di un dolore profondo, da un intenso sguardo interiore alla risata più sfrenata, attraversando la poesia sonora che è insita in tutti noi e che il più delle volte ci meravigliamo di scoprire che il buon Dio ci ha donato. Una lunga suite che ha dimostrato (ma ce n’era veramente bisogno!) quanto eclettica e piena di idee sia la musica morriconiana.

 

 

Basta citare la canzone “Ricordare”, tratta da Una pura formalità, interpretata in maniera delicata e mesta dalla voce maschile di Gaspare Barresi o l’esecuzione pianistica agitata e virtuosa di una Gilda Buttà in splendida forma del brano “Enduring Moviment” (quello dell’epica sfida con Jelly Roll Morton!) da La leggenda del pianista sull’oceano, e la performance dell’intera orchestra Roma Sinfonietta della tarantella “Ribellione” (rieseguita come bis finale) da Baaria o ancora il pezzo “A perdifiato” con quel primo violino impazzito che corre dietro alle note furiose estratto da Una pura formalità.

Ma sarebbe ingiusto per tutti gli altri brani eseguiti nella suite citarne uno piuttosto che un altro, visto che tutti insieme hanno creato un’opera compositiva magistrale, il marchio musicale della cinematografia di Tornatore, senza il quale le sue pellicole non sarebbero quelle poetiche storie di ieri e di oggi della nostra Italia tanto amata quanto maltrattata.

A ricordare che i sodalizi cinemusicali hanno reso la Settima Arte ancora più grande, Morricone decide di chiudere il concerto dirigendo nella seconda parte due brani da C’era una volta in America del grandissimo Sergio Leone e Mission di Roland Joffé, ad oggi, secondo il parere di chi scrive, i suoi due capolavori assoluti. Tra l’altro nuovamente due importanti collaborazioni regista-compositore nella carriera di Ennio Morricone.

Un concerto unico, incancellabile, che ha aperto il cuore di chi l’ha vissuto, e soprattutto ascoltato, verso la musica applicata, l’Ottava Arte, quella musica di cui le immagini vivono e respirano, e che ci portiamo nei sogni una volta tornati a casa da una serata al Cinema.
Grazie Ennio!