Laura Pausini in concerto: questa è canzone popolare, che la si capisca, la si ami, ci faccia battere il cuore oppure no. Migliaia che cantano in coro «non te ne andare, non mi lasciare… come se non fosse stato mai amore». Luci da grande rito rock’n’roll, palco elegante, superdotatato di schermi video di grande efficacia, band bella tosta, energia vera e ben ricambiata. Un sipario-velo, un video proiettato sopra e scoppia la tempesta.



Invece no, Ascolta il tuo cuore. Lei tosta, nera, look aggressivo e fisico, stretta nella pelle. Ma poi cammina sul palco naif come sempre, passo generoso e sicuro, con le sue belle gambone, i fianchi femminili sottili solo quanto lo permette la quotidiana lotta a colpi di dieta con un fisico troppo generoso. Generosa è generosa Laura Pausini, ma è anche moderna? è anche attuale? Non la sua musica, ma la sua essenza, quella voce così forte e italiana che parla a migliaia di fans? Certo è imponente, coinvolgente, non lascia indifferenti. Ma è moderna? Esprime il presente?



Un video alla Truffaut per Un fatto ovvio: i ragazzi che si baciano inseguiti da un potere occhiuto: proprio come quello che nel film vietava di leggere libri. Il messaggio è chiaro: chi ama è estraneo a questo mondo senza amore. Adolescenti a oltranza in un mondo spento.
Strani amori
è arredata di rosso come una prima alla Scala, con lampadari e sipari.
E ritorno da te
. Destinazine paradiso, La geografia del mio cammino: comunque lei ci crede, si emoziona davvero ai suoi ritornelli scanditi come slogan dai suoi fans giovani e adulti, coetanei e ragazzini, truzzi ed eleganti, single o con bambini, di periferia o zona centro.



Li becca tutti, questa sua canzonetta appiccicosa e diretta, melodica e cantabile. Però ci vuole quasi un’ora – strano – perché quel suo fisico diretto e persino sexy sia sparato come un fantastico moltiplicatore sul maxischermo, portando ad ebollizione lo show. Ora lo vedi, quel suo sorriso che fa la differenza, quella sua determinazione contagiosa, grintosa.
Ecco un altro segreto allo scoperto: Pausini non se la tira, ha tutte le ingenuità del suo pubblico, i suoi stessi slanci poco controllati e poco calcolati (anche se questa fantastica macchina da spettacolo è un orologio svizzero).

Ecologista anche lei, secondo la nuova religione di massa, a sorpresa ci ammolla persino un orrendo video-predicozzo con voce megafono sui mali che affliggono il pianeta. Per fortuna Le cose che vivi, tutta di pancia, rilancia la palla giusta, riaggiusta il tiro, riaccende la vera Pausini.
A quel punto Laura racconta degli inizi e rallenta la corsa, allarga l’atmosfera all’intimità, si accontenta per un po’ di suoni acustici e rotondi, di belli impasti vocali e chitarre. Dietro un muro virtuale da cantina giovanile disegnato a meraviglia, fatto apposta per l’apoteosi di Incancellabile, con coda a cappella da grande show internazionale. Poi si corre verso il finale coi titoli più forti e sicuri.

Insomma, ho sempre pensato: grande Pausini, generosa ed autentica: peccato il repertorio. Stavolta è difficile da sostenere. Pausini è questo repertorio qui, messo su in uno show davvero poderoso. Prendere o lasciare. In tempi senza autori grandi vince l’energia di chi sa godersi il gusto di suonare, cantare e far cantare. Se avete fame anche d’altro occorrerà aspettare. Questa è la canzone popolare del nuovo millennio, sa parlare solo di cose piccole scambiate per immense. Ma lo fa con tutto il cuore. Avesse avuto altri maestri, forse andrebbe in un altro modo.