Elisa è la protagonista della seconda serata del “Milano Jazzin’ Festival” all’Arena Civica di Milano. Con tutta la sua grinta e la sua semplicità si è presentata con una maglietta e un paio di pantaloni neri nella sua versione rock, lei che è mamma e nelle quinte allatta la sua bimba, in tour con lei (e con il  papà, il chitarrista Andrea Rigonat).



Anche se non trovi le parole è il brano d’inizio con cui conquista subito la confidenza del pubblico che segue il concerto in piedi o ballando. Elisa alterna brani dell’ultimo album “Heart” (2009) a storici successi come Stay o Heaven out of hell, chiedendo di cantare a tutta la platea che la segue entusiasta.



Il concerto di Elisa è un vero e proprio concerto-spettacolo, ricco di immagini scelte  da lei e proiettate sullo sfondo, che diventano uno stimolo di supporto alla musica per lo spettatore, coinvolto in questo gioco di luci, video, fotografie e colori.

Durante l’esecuzione di Una poesia anche per te sullo sfondo appare un video che mostra i disegni creati da una mano piena di sabbia, rimandando l’idea stessa di poesia alle figure magistralmente create da questa mano. Elisa ricorda la natura ed è l’unica cosa che riesce a dire dopo aver dichiarato “io dovrei parlare ma non so cosa dire…” , semplice, efficace e vera.



Ci regala poi una meravigliosa versione di Halleluja ricordando Leonard Cohen e Jaff Buckley; ci dice, prima di cantare Broken, che “il tempo ha il potere di curare tutto”. Alterna i brani eseguiti con la band a un piccolo madley suonato da lei al pianoforte.

Su richiesta, esegue Lullaby, dolcissima ninna-nanna a cappella e chiude uno splendido concerto nella cornice incantevole dell’Arena milanese, cuore della città in questo luglio così afoso.

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