Al Vittoriale di Gardone Riviera l’8 luglio la terza data del tour italiano dei Manhattan Transfer. Il concerto non ha tradito le attese e dopo la loro performance capiamo a pieno perché i Manhattan Transfer, 31 album pubblicati da “Jukin'” del 1971 ad oggi siano ancora il gruppo vocale di jazz pop e swing più famoso ed amato dal pubblico di tutto il mondo. Semplice: sono bravissimi, niente trucchi. Il gruppo, che prende il nome dal libro dello scrittore americano John Dos Passos del 1925 ambientato nella New York degli anni Venti, la cosiddetta era del jazz, non perde la sua grinta e simpatia che contraddistingue i loro concerti e regala quasi due ore di bellissimo spettacolo, grande musica con virtuosismi vocali e nuovi arrangiamenti, nonostante la loro non giovane età. Si parte subito con Spain (I can recall) di Chick Corea, pianista e tastierista statunitense al quale il gruppo ha dedicato un intero album, per proseguire incalzanti con una nuova versione della loro  Bahia (Hear the Voices). Sul palco i quattro “ragazzi”, Tim Hauser (1941), Cheryl Bentyne (1954), Janis Siegel (1952) e Alan Paul (1949) innamorati (e si vede) delle sonorità jazz e dello swing, con gag, balli, sguardi, sorrisi e memorabili interpretazioni dei loro più famosi e trascinanti classici come Boy From New York City, Trickle Trickle , Operator, Java Jive e la indimenticabile Birdland, infiammano il numeroso pubblico del Vittoriale (oltre 1000 persone) che con calore ha scandito il tempo e le canzoni dei Manhattan Transfer sino in fondo senza fiato.



Impressionante la pulizia e la perfezione che i quattro artisti hanno avuto durante tutta la loro performance canora, grazie al supporto degli ottimi musicisti che hanno saputo valorizzare con discrezione il grande lavoro del quartetto: sembrava di ascoltare un disco. Il tour italiano iniziato il 5 luglio a Milano prosegue il 12 luglio nel Castello Sant’Elmo di Napoli, il 13 luglio a Bard in Valle d’Aosta per concludersi il 15 luglio al Teatro-Monumento “Gabriele d’annunzio” di Pescara.



(Angelo Oliva)

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