La seconda serata del Festival di Sanremo è molto diversa dalla prima. Sarà che è la seconda e ne abbiamo viste di belle nella prima. O forse perché questa seconda serata del Festival della canzone di Sanremo riusciamo a viverla direttamente dal Teatro Ariston, come spettatori. In diretta! Certo la prospettiva è completamente diversa. Sembra di vedere un altro Festival e sentire altre canzoni. Non le stesse che ci siamo abituati ad ascoltare e giudicare durante le prove dei giorni scorsi. Sarà il fascino delle luci, i flash delle macchine dei fotografi appollaiati sulla balconata. Sarà la prospettiva che è molto più vasta e amplifica lo spettacolo. La scenografia che con la giusta visuale quest’anno fa veramente sognare. O forse la magia di vivere e capire dall’interno il lavoro che una produzione così importante nasconde. Una macchina cosi grande e complicata che riesce a incastrare tutti i momenti di spettacolo che si susseguono con precisione millimetrica. Da casa e dai monitor non si vedono i numerosi cambi di scena, gli strumenti musicali che appaiono e scompaiono.
La frenesia nel risolvere i piccoli intoppi della diretta con un solo cambio d’inquadratura. E’ come un orologio che con tanti e piccoli ingranaggi riesce con precisione a ridarci il tempo e la leggerezza. Quel tempo spensierato che nel bene o nel male il festival della canzone sa regalare. Qui è palpabile. Persino il pubblico seduto sulle poltrone dell’Ariston è spettacolo nello spettacolo. Un vero campione rappresentativo della nostra società e dei colori di cui è composta. Giovani e meno giovani, con eccentrici vestiti o eleganti papillon e cravatte, siedono composti e vicini. Guardano rapiti il palco e l’artista di turno. Commentano e giudicano con aria competente tutto lo spettacolo dispensando voti e consigli sulle scelte future.
Il simpatico signore che mi siede accanto mi confessa che sono ben sedici anni che spende un capitale per venire al Festival, risparmiando su tutto quel che riesce. Si sente di casa. E credo che un po’ tutti all’Ariston si sentano a casa e parte di una storia che ormai dura da ben 63 edizioni. Anche i più piccoli con i loro genitori si comportano da adulti, immedesimandosi nella parte da protagonista, con il vestito buono della domenica.
Insomma, qui ritroviamo lo spirito vero del festival della canzone italiana, senza compromessi e senza filtri. Quel Festival di Sanremo che oltre a essere degli italiani è lo specchio di questo Bel Paese: l’Italia.
Una nazione fatta di persone che nonostante tutto vanno avanti con i piedi per terra e un sogno stretto nelle mani… cantando allegramente!