Quando l’opulenza incontra Sanremo, le forme in cui questa si presenta sono molteplici e, va detto, cambiano col passare degli anni. Una volta era solo la pelliccia, il diamantone con cui signore ghirlandate si presentavano innanzi all’Ariston per tre ore di gloria. Oggi, complici gli sponsor, “opulenza” rischia di diventare inutile sfarzo se rapportato, soprattutto, al momento di crisi che stiamo vivendo. Ecco a voi il “Palafiori”, il luogo dove tutto può succedere, che tutto può ospitare, che tanto avrebbe francamente da eliminare. Spieghiamo meglio: il “Palafiori”, inteso come il centro congressi di Corso Garibaldi, a pochi passi dall’Ariston, ospita principalmente la seconda sala stampa del Festival, quella dei giornalisti di radio, televisione, web e dedicata da quest’anno alla memoria di Lucio Dalla. Da circa un lustro il primo piano del centro ospita anche uno spazio prettamente dedicato allo svago degli addetti ai lavori e denominato “Casa Sanremo”.



“A Casa Sanremo – come spiegato sul sito ufficiale – si creano possibilità, ascoltando buona musica italiana e gustando le ottime specialità del nostro ‘Bel Paese’. A Casa Sanremo, fioriscono grandi opportunità per gli sponsor che potranno vivere in una posizione privilegiata la più importante kermesse della musica italiana”. Un marchettificio, insomma. E ne ha anche tutte le fattezze. Non che ci sia qualcosa di male, sia inteso, ma è incredibile come a volte l’esigenza degli sponsor (benvenga la loro presenza, ribadisco) crei situazioni al limite del grottesco in un luogo fatto di tradizione e ritualità come è l’intera Sanremo durante tutta questa settimana: ecco comparire dal nulla l’ex gieffino George Leonard su un Vespino, accompagnato da un manifesto due metri per uno che lo vede in versione mago alla mercé di scosciate improvvisate. Ecco un’impalcatura fatta a talk show con parterre di magno rispetto: dal conduttore Beppe Convertini a Leone Di Lernia, fino alla giornalista Claudia Peroni e, confinati dietro un pianoforte, ai redivivi Jalisse. Francamente imperdibile.



E tra stand pronti ad offrire prodotti tipici, a parlare di tutto tranne che di Sanremo, succede che, tornando in sala stampa, ti accorgi solo dopo quattro-giorni-quattro di aver lavorato tutto il tempo fianco a fianco con Frankie Hi NRG. Inviato per un settimanale di successo, “diversamente giornalista” come preferisce definirsi lui, è passato da concorrente della kermesse a tweet-cronista: hashtag d’ordine “SPAMremo”, entrato fin da subito fra i trend settimanali sul noto social network. Ma il prefisso “spam” non tragga in inganno: c’è stata ben poca spazzatura in questo Festival secondo il cantante di “Quelli che ben pensano”. E non possiamo non essere d’accordo con lui: a “spammare” (e non poco) ci ha pensato il “Palafiori”.



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