Giornata ricca di conferenze quella di ieri al “Palafiori”: poco spazio alla vox populi e al termometro della folla in via Matteotti, appuntamenti serrati di trenta minuti con gli artisti in gara, introdotti dal proprio brano finalista. Giusto un passaggio in più come segno di riconoscibilità. Ed ecco Chiara, ne abbiamo parlato molto in questo giorni, che con un vestito fantasia, la chioma rossa sciolta e un po’ sbarazzina si offre volentieri alla platea dei giornalisti radio-tv, ricordando l’esclusione da “Amici”, il trionfo successivo ad “X Factor” e come, all’improvviso, tutti abbiano “cominciato a ‘cagarmi’, mentre prima non mi filava nessuno”. Sincerità allo stato puro. Un po’ più “attenti” altri due candidati alla vittoria finale, i Modà guidati da Kekko Silvestre e Malika Ayane accompagnata dalla sempiterna Caterina Caselli. Pochi sorrisi, un po’ di stanchezza, molta concentrazione e due episodi che raccontano tanto delle diverse nature: Silvestre inserisce in ogni risposta la parola “Gioia” (che non è solo un sentimento, ma è anche e soprattutto il nome della sua bimba), Malika è più preoccupata di ricordare a un collega come l’accento del suo nome vada sulla “i”. Un remake, dopo la correzione a Fazio in prima serata.



Tutt’altra storia Max Gazzé, pezzo tra i più orecchiabili di questo Festival, che con l’aria da guascone navigato affronta il “Palafiori” con immensa tranquillità e un po’ di quella saggezza che spesso attribuiremmo a uomini ben più grandi. D’età, s’intende. Tutti ricordano con piacere “Il solito sesso”, brano che dopo più di un lustro viene ancora passato nelle radio: il buon Max ringrazia, si presta nell’accettare confronti tra sue canzoni (spesso “odiati” dagli artisti perché, a detta loro, sintomo di poca originalità) e spiega come non gli dispiacerebbe un sequel di “Basilicata coast-to-coast”, il film di Rocco Papaleo (a proposito di Sanremo…) che l’ha visto protagonista sul grande schermo. Grande schermo che non basterebbe a contenere l’esplosività di Maria Nazionale, accolta da vera diva e pronta a sparare a zero, possiamo rivelarlo, sui “neomelodici”. “Quando mi danno della ‘neomelodica’ mi fanno male”, commenta. Per non parlare di chi le ha dato della Gigi D’Alessio al femminile. Sacrilegio. “Sacrileggiu”, anzi.



Sensazioni particolari, infine, attorno a Raphael Gualazzi: quello che non è riuscito a trasmettere sul palco dell’Ariston, lo ha concentrato in un mini showcase al “Palafiori” davvero godibile, dove occhi, voce e mani sul piano hanno raccontato, forse, la sua vera anima. Quell’anima “jazz and blues”, sorniona ma efficace, senza la tensione tipica della gara. E noi ve ne regaliamo un assaggio video più che volentieri. Sembra chiaro, insomma: il concorrente è all’Ariston, l’artista vero è in sala stampa. Che privilegio, per noi.

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