Poco interessato alle classifiche, maggiormente interessato a quello che sarà il futuro suo e delle sue canzoni: Daniele Silvestri è uno dei veterani di questo Festival e nonostante le critiche particolarmente positive ha ricevuto un trattamento inaspettato al primo televoto di giovedì, così come l’amico frterno Max Gazzè. Canzone d’autore, insomma, che premia fino a un certo punto, ma il cantante di “Salirò”, anno di grazia 2002, non sembra particolarmente scosso dalla lontananza dalle prime posizioni: “Sono un diesel, sono abituato ad essere così, a venire fuori alla distanza”. Poi un pensiero sul concetto, sempre più complesso, di libertà: “Penso sia una parola distrutta, utilizzata troppo, anche in politica. È proprio in politica che se n’è consumato il valore. Quando però la libertà coincide ancora con la possibilità di scegliere e di esprimersi allora si vive in un mondo probabilmente corretto. Il problema è che la libertà di opinione è un concetto troppo ‘vario’, molto spesso strumentalizzato. Vivo in un paese in cui c’è libertà, ma in cui è anche molto facile che ne venga frainteso il concetto. È più facile essere arroganti, furbi, scendere a compromessi che sentirsi liberi”. E chi ha orecchie per intendere, intenda. Di seguito, uno stralcio dalla conferenza stampa di Silvestri al “Palafiori”.



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