Sanremo, capitolo finale. Anzi, penultimo giorno. Perché qui il circo è destinato a continuare almeno fino a domenica sera. La Riviera ha accolto con gioia la vittoria del giovane Antonio Maggio, affermazione in linea col Festival “left-oriented” da molti ipotizzato. Ed è Luciana Littizzetto a rompere per prima il ghiaccio: “Primo Maggio!”, il grido dal palco dell’Ariston. Ça va sans dire… Oggi via Matteotti raggiunge il culmine della sua densità: pubblico eterogeneo in attesa dei “Big”, ma oggi, di loro, non si vede proprio nessuno. Anche le prove in teatro sono assolutamente top secret. E allora ecco cantanti improvvisati, maghi e pagliacci, folle di famiglie incuriosite da altre folle che si intersecano e si perdono tra le vie del centro, ma anche negli anfratti più nascosti. Gente al mercato dei fiori, al porto, ma anche dietro le transenne dei camion targati Rai. Come se vedere quel logo gigante bastasse a sentirsi un po’ “vip”.
E intanto ci si scambia i primi pronostici, nel nome della lettera “M”: “M” come Modà, doppia “M” come Marco Mengoni, dopo che una “M” ha già fatto centro nella categoria “Giovani”. Ma tra gli addetti ai lavori si ragiona anche sul premio deciso dalla critica: dopo la meritatissima affermazione di Renzo Rubino tra gli emergenti, la scelta parrebbe convergere sugli Elio e le storie tese, ma non sono da sottovalutare eventuali colpi di scena. Basti pensare alla classifica parziale dei “magnifici 14” di giovedì sera, con Malika Ayane, tra le favorite pre Festival, in fondo alla graduatoria a beneficio di alcuni outsider come Raphael Gualazzi e Maria Nazionale. E a proposito dell’interprete “guai-a-voi-se-mi-chiamate-neo-melodica”, in via Palazzo, parallela a via Matteotti, risuona dagli altoparlanti “È colpa mia”, brano con cui la cantante napoletana è pronta a riscrivere il rapporto tra la kermesse e il Mezzogiorno. E non si può dire che non ci stia riuscendo: oltre al televoto, anche le strade del santo sembrano gradire.
Tutt’altro genere musicale ha animato “Casa Sanremo” ieri sera: il centro di gravità permanente del dopo Festival ha accolto tra le sue braccia i vari Maggio, Molinari, Rubino e uno scatenato Cincotti, vero mattatore delle notti sanremesi. E poi alcol, “bella gente” e balli sudamericani a gogò nello spazio live. La gara, insomma, lascia spazio alla goliardia, alla spensieratezza, alla tanto invocata voglia di divertirsi in una settimana che sembra non finire mai. E per poco più di un minuto, la durata del nostro video esclusivo, anche ai lettori de IlSussidiario.net sembrerà di essere qui, tra flûte, fragole, flash e quella magia che solo Sanremo è in grado di regalare… a chi la sa sfruttare.
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