Ufo in Italia durante il fascismo? Il mistero di Mussolini
Mussolini ebbe anche a che fare con quello che oggi noi chiamiamo Ufo, ovvero un velivolo non identificato. Era il 13 giugno del 1933 quando a Vergiate, nel Varesotto, non distante dall’aeroporto di Malpensa, un aeromobile si schiantò vicino al Lago Maggiore. Nello schianto persero la vita due piloti. L’allora regime fascista silenziò il fatto. L’articolo originale è stato pubblicato da La Stampa nel 2017, ma adesso Dagospia l’ha riportato alla memoria in questi giorni.
Durante il convegno ‘Ufologia’, tenutosi proprio sul Lago Maggiore e più precisamente ad Arona, Roberto Pinotti, fondatore e segretario del Centro ufologico nazionale, spiegò che “i resti dell’Ufo, che nei disegni viene descritto come un velivolo cilindrico, con una strozzatura poco prima del fondo, con oblò sulla fiancata, da cui uscivano luci bianche e rosse, furono portati nei capannoni della Siai-Marchetti a Vergiate, dove rimasero per 12 anni. Così come i corpi dei piloti, conservati in formalina, a lungo studiati. Si sa che erano alti 1,80, avevano capelli e occhi chiari”. Soprattutto per questi ultimi dettagli Mussolini pensò che fossero piloti tedeschi. Secondo Pinotti, per questo motivo Mussolini forse credette “che sarebbe stato opportuno allearsi con una potenza militare come quella della Germania nazista, capace di produrre un velivolo mai visto prima, piuttosto che averla come nemica”.
Mussolini credette fossero piloti tedeschi
Secondo Pinotti, forse per questo motivo Mussolini credette “che sarebbe stato opportuno allearsi con una potenza militare come quella della Germania nazista, capace di produrre un velivolo mai visto prima, piuttosto che averla come nemica”. In ogni caso, a guerra finita furono gli Americani a prendere tutto e a portare i resti, sia quelli del velivolo che quelli dei piloti, negli Stati Uniti. Come abbiamo detto, i rottami del velivolo non identificato vennero secretati per diversi anni, allo stesso tempo però vennero anche monitorati dal Gabinetto RS/33 di cui faceva parte Guglielmo Marconi.
Ciò che ancor di più infittisce il mistero è che, come sottolineato da Pinotti, le uniche persone che sapevano del trasporto in America sono morte: due in incidenti marittimi, e una suicida. Tutti gli esperti sembrano però concordi su una cosa: il luogo dello schianto. Sembra infatti che la zona in cui venne ritrovato l’oggetto volante, tra il Lago Maggiore e il Ticino, sia una di quelle che registra il maggior numero di segnalazioni di oggetti non identificati, appunto gli Ufo.