I musulmani in Italia criticano il governo Conte sull’assenza di norme riguardanti una Fase 2 anche per la libertà di culto che preveda un ritorno alle funzioni religiose, dichiarandosi dunque d’accordo con la protesta avanzata dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. I vescovi “incassano” dunque la solidarietà e l’appoggio della comunità musulmana in Italia, che condivide le stesse preoccupazioni espresse dalla Chiesa con forza in queste ore.



L’Imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis, la Comunità Religiosa Islamica Italiana, ha dichiarato infatti all’agenzia Ansa: “Sono d’accordo con la Cei: non è soltanto una questione di garantire il diritto di culto ma c’è anche una insensibilità nei confronti di tutti i credenti, di qualsiasi fede”.



L’imam Pallavicini denuncia anche una “disparità di trattamento” degli islamici nella fase di trattativa con il governo Conte: “Noi non siamo stati neanche interpellati, il Presidente del Consiglio ci convochi”, è la richiesta avanzata dal presidente della Coreis per poter fare presente all’esecutivo anche richieste e necessità dei fedeli musulmani, sempre più numerosi in Italia.

I MUSULMANI CONTESTANO IL GOVERNO CONTE: “INSENSIBILE VERSO I CREDENTI”

Ha fatto molto rumore fin da ieri sera la notizia che nella Fase 2 non è prevista la possibilità di celebrare la Santa Messa: in realtà naturalmente il provvedimento coinvolge tutte le religioni e dunque il divieto delle funzioni (con un unico parziale e limitato permesso per i funerali) coinvolge ogni credo presente in Italia.



Il Cattolicesimo è nettamente maggioritario ma anche i musulmani italiani non sono stati contenti di questa decisione che limita la libertà religiosa e – nelle parole dell’imam Pallavicini – è indice di insensibilità verso i credenti, relegando la fede tra le “cose” superflue in questa fase di ripartenza dopo il lockdown da Coronavirus, nella quale c’è invece una grande richiesta di tenere presenti le necessità anche spirituali di ogni persona.

Ecco dunque cattolici e islamici “alleati” nelle richieste comuni avanzate al governo Conte per cercare al più presto una soluzione che consenta di riaprire le porte dei luoghi di culto (che siano chiese o moschee) per tornare al più presto alle celebrazioni e non solo per un semplice accesso per la preghiera personale e solitaria.