Spunta un retroscena clamoroso su quanto accaduto dopo il concerto alla Scala che ha segnato la sua riapertura. A quanto pare si sarebbe vissuto un piccolo scontro tra Riccardo Muti, ex direttore musicale del teatro, e Riccardo Chailly che lo ha succeduto. Stando a quanto riferisce l’agenzia di stampa Ansa, infatti, dopo l’esibizione con i Wiener Philharmoniker alla quale avrebbe assistito anche l’attuale direttore musicale Riccardo Chailly, proprio quest’ultimo avrebbe deciso di complimentarsi con il collega andandolo a salutare in camerino. Qui però sarebbe avvenuto l’impensabile. Al suo arrivo, infatti, Muti avrebbe dapprima sostenuto di non riconoscerlo chiedendogli chi fosse e cosa ci facesse nel suo camerino.



A quel punto il suo successore si sarebbe tolto la mascherina rendendosi più riconoscibile e spiegando di essersi presentato al fine di fargli giungere personalmente i suoi complimenti per il concerto che aveva brillantemente portato al termine, ma Riccardo Muti lo avrebbe invitato a levarsi di torno, “con espressioni colorite”.



MUTI VS CHAILLY: SCINTILLE DOPO CONCERTO ALLA SCALA

Ma cosa avrebbe spinto Riccardo Muti a scatenare le presunte scintille contro il collega Riccardo Chailly al termine del suo concerto? Il maestro napoletano, scrive ancora l’agenzia di stampa Ansa, a quanto pare non avrebbe preso benissimo le polemiche sul fatto che il suo concerto con l’orchestra austriaca sia stato il primo con il pubblico al teatro della Scala dopo 200 giorni di restrizioni a causa della pandemia da Covid e proprio nel 75esimo del concerto di Arturo Toscanini per la riapertura dopo la guerra e la ricostruzione. A zittire le polemiche ci ha pensato un concerto del coro e dell’orchestra della Scala diretto dal padrone di casa Riccardo Chailly il giorno precedente. Sul palco, prima del bis Muti si era giustificato spiegando al pubblico presente in sala che la data del concerto era solo “una coincidenza”, ricordando di aver eseguito lo stesso programma del concerto di Toscanini nel 1996, nel 50esimo anniversario. Ed ha evidenziato come per lui sia stato “non un vanto ma un orgoglio” farlo “in questa che resta la casa di Toscanini”. Quasi a voler far luce sul vero padrone di casa.

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