La notizia positiva è che i numeri sono in calo in tutto il mondo, ma i dati sono ancora preoccupanti: sono 4,4 milioni le donne ancora vittime. In occasione della Giornata contro le mutilazioni genitali femminili, come riporta Quotidiano Sanità, Unicef, Oms, Unfpa, Ohchr e Un Women rendono noti i dati di questa terribile pratica che, pur in diminuzione, coinvolge ancora circa 12.000 ragazze al giorno.
Nei 31 Paesi con dati di diffusione rappresentativi a livello nazionale, quasi 1 ragazza su 3 di età compresa tra i 15 e i 19 anni è stata sottoposta a questa pratica, rispetto a 1 su 2 negli anni Novanta. “C’è un urgente bisogno di sforzi ancora più mirati, coordinati e sostenuti se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo comune di porre fine alle mutilazioni genitali femminili entro il 2030”. A dirlo, in una dichiarazione congiunta, la Direttrice esecutiva dell’UNFPA Natalia Kanem, la Direttrice generale dell’UNICEF Catherine Russell, l’Alto Commissario dell’OHCHR Volker Türk, la Direttrice esecutiva di UN Women Sima Bahous e il Direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus.
MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: SEGNALE FORTE ANCHE DALL’UE
In questa giornata di sensibilizzazione contro le mutilazioni genitali femminili arriva un segnale forte anche sul fronte UE, da parte della Commissione europea e dell’Alto rappresentante/Vicepresidente, dai quali sono giunte queste parole: “Le mutilazioni genitali femminili – si legge nella nota diramata dalla Commissione – sono una violazione dei diritti umani e una grave forma di violenza contro le ragazze e le donne. È bene essere chiari: queste pratiche non hanno alcun motivo medico. Mettono a rischio la vita delle ragazze, violano i loro diritti umani e provocano traumi fisici e psicologici duraturi. Non vi è giustificazione di sorta per le mutilazioni genitali femminili. Le comunità, i governi, le organizzazioni e i partner internazionali fanno fronte comune per proteggere i diritti umani, la dignità e la salute delle donne e delle ragazze. L’Unione europea continuerà a collaborare con i partner internazionali per mettere in atto un approccio all’insegna della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili e lottare per un mondo in cui nessuna ragazza e nessuna donna subisca una forma di violenza qualsiasi”.
La nota si conclude con i dati sulla diffusione della pratica nel Europa: “Le stime ci dicono che in ben 17 paesi europei 190.000 ragazze sono a rischio di mutilazioni genitali e che, nel nostro continente, 600.000 donne sono costrette a viverne le conseguenze. Ogni anno almeno 20.000 donne e bambine arrivano in Europa come richiedenti asilo da paesi in cui vi è il rischio di mutilazioni genitali femminili”. Un altro passo significativo si è avuto l’anno scorso quando l’Unione europea ha ratificato la Convenzione di Istanbul che costituisce un passo fondamentale per stigmatizzare la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani.