L’orrore delle mutilazioni genitali femminili è purtroppo diffuso anche in Europea e in Italia. Chi pensa che l’infibulazione sia solamente una piaga africana è completamente fuori strada in quanto sono 600mile le vittime di questa pratica brutale nel Vecchio Continente e di queste, 80mila sono residenti nel BelPaese. Un allarme lanciato da Amref Healt Africa nella Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni femminile, con l’associazione che ha annunciato il progetto per “prevenire e contrastare la violenza di genere rappresentata dalle Fgm” nelle principali città italiane.
Nel mondo sono circa 200milioni le giovani donne che subiscono mutilazioni genitali, e Papa Francesco, parlandone nei giorni scorsi, l’ha definita “una vigliaccheria e un degrado per gli uomini e per tutta l’umanità”. Una pratica che oltre ad essere barbara, è spesso e volentieri dolorosissima e rischiosa per chi la subisce, in quanto il più delle volte viene effettuata con strumenti di fortuna come lamette o pezzi di vetro, e soprattutto senza anestesia.
MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: “ELIMINARLA NEL 2030”
Purtroppo la pratica è aumentata negli ultimi mesi con la pandemia, così come di pari passo sono cresciuti i matrimoni forzati, e il futuro potrebbe essere ancora peggiore visto che Amref parla di altri “due milioni di casi nel prossimo decennio che sarebbero stati altrimenti evitati, e la riduzione di un terzo dei progressi finora ottenuti. La ragione più comune presentata – si legge in un report pubblicato dal sito italiano di Sputnik – è stata la chiusura delle scuole (50%) e la conseguente permanenza a casa”. Obiettivo nobile della stessa associazione, “porre fine alla pratica entro il 2030”, quindi nel giro di dieci anni. “In Italia, oggi, facciamo ciò che in Africa portiamo avanti da oltre vent’anni – le parole di Paola Magni, la referente per il nostro paese di Amref – mossi dall’inconfutabile consapevolezza che ogni donna ha il diritto di essere libera. “Siamo felici – ha aggiunto e concluso – che gli elementi che come Amref difendiamo, siano condivisi dall’Unione Europea ed inclusi nelle nuove ‘Linee guida sull’Uguaglianza di Genere e Empowerment di Donne, Ragazze e Bambine (2020-2024)’, dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo”.