Si parla di mutilazioni genitali femminili stamane negli studi di Uno Mattina, programma di Rai Uno. In collegamento la senatrice Valeria Fedeli, della Commissione Diritti umani, e Paola Magni, operatrice di Amrefit, fra le associazioni in prima linea per contrastare questo triste e brutale fenomeno. “La pandemia ha avuto un impatto molto forte sui programmi di contrasto alle mutilazioni – ha spiegato proprio Paola Magni – e l’impatto ha comportato un ritorno di alcune fenomeni in alcune zone dove lavoriamo. Stiamo cercando di limitare i danni e siamo sempre sui territori, in ogni caso i dati parlano di due milioni di casi in più, due milioni di storie, tantissime ragazze e bambine, un passo indietro enorme che dobbiamo recuperare da adesso in poi”.
Le mutilazioni genitali portano a problemi fisici ma anche psichici gravissimi: “I numeri e le conseguenze sono devastanti non solo da un punto di vista fisico ma anche psicologico – ha continuato l’attivista – il momento del taglio comporta la fine per una ragazza di sviluppare il proprio potenziale, inoltre il taglio è associato ad un matrimonio precoce, e la ragazzina perde il suo sviluppo e il potenziale di realizzarsi. Esistono conseguenze fisiche a breve e lungo termine – ha continuato – c’è anche un rischio di morte e di infezione, conseguenze fisiche che durano a lungo, al momento del parto e nei rapporti sessuali. E’ una pratica molto lesiva. e come detto sopra, interrompe lo sviluppo del potenziale della ragazza, quindi immaginate cosa stiamo perdendo”.
MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILIA, LA SENATRICE FEDELI: “PRESENTATA MOZIONE IN SENATO”
Così invece la senatrice Valeria Fedeli, prima firmataria di una mozione in senato per prevenire e arginare questa pratica: “Durante la pandemia non solo a livello internazionale ma anche in Italia sono aumentati i casi quindi abbiamo ritenuto necessario depositare questa mozione a firma di tutti i gruppi politici presenti in senato, per rifinanziare una legge che in Italia già c’è, legge numero 7 del 2006, per sensibilizzare, formare operatori sanitari e formare docenti e insegnati, soprattutto nella primaria, magari anche con l’utilizzo di mediatori culturali”.
“Questa è una pratica che va sradicata – ha aggiunto e concluso la senatrice parlando delle mutilazioni genitali – anche nel nostro paese, succede anche nelle nostre comunità, quindi non possiamo ignorarla e per questo abbiamo deciso di depositare questa mozione, chiedendo al governo di venire in aula. Dobbiamo aumentare i finanziamenti anche per la cooperazione internazionale. l’Italia è sempre stata in prima linea su questa pratica violenta che lede diritti umani e l’autonomia delle donne”.