Incredibile intervento realizzato in California: un uomo, paralizzato dall’età di vent’anni, è tornato a parlare. Merito, come riferisce l’agenzia Agi, di alcuni elettrodi che sono stati impiantanti nel cervello, e che attraverso il collegamento con un computer hanno permesso di tradurre i suoni emessi in parole di senso compiuto. E così che la prima frase pronunciata da questo 40enne, paralizzato dopo un’incidente d’auto del 2003 mentre stava tornando da una partita di calcio, è stata: “La mia famiglia è fuori”.



Un’eccezionale risultato che ha attirato l’attenzione anche del prestigioso New England Journal of Medicine, rivista dove la notizia dello stesso intervento chirurgico è stato pubblicata, come prospettiva di una nuova frontiera medica, ovvero, ridare ai pazienti la possibilità di tornare a parlare. Il paziente si chiama Pancho, ha 38 anni, e i ricercatori dell’università della California gli hanno applicato al cervello una storia di mini computer con 128 elettrodi.



TORNA A PARLARE GRAZIE AGLI ELETTRODI: “NON SAPEVAMO QUALE PARTE…”

“La parte del suo cervello poteva essere in letargo – ha spiegato il capo del team di ricerca, Edward Chang, direttore di chirurgia neurologica all’Università della California, esternando i timori circa l’esperimento – e non sapevamo se sarebbe stato in grado di risvegliarsi”. Tali elettrodi sono tarati per registrare il minimo segnale emesso nell’area che regola i processi legati al movimento di bocca, lingua e laringe.

A quel punto, dopo una serie di sedute, i suoni emessi sono stai tradotti dal computer e si è passati così da semplice parole come affamato, musica, computer, a frasi di senso compiuto come “La mia infermiera è fuori”, “portatemi gli occhiali, per favore”, rispondendo anche alla domanda “Come ti senti?”. Ovviamente ci vorrà ancora del tempo affinchè questo sistema possa divenire efficace su larga scala, ma quanto successo con il paziente Pancho apre senza dubbio a strade che fino ad ora sembravano impossibili da percorrere.