L’inflazione che ha causato l’aumento dei prezzi in tutti i paesi del mondo ha costretto la Banca Centrale Europea ad alzare nuovamente i tassi di interesse dei 75 punti base. Si tratta di una manovra che consente di elargire conti correnti sempre più proficui ma, allo stesso tempo, diventano cari anche i mutui, soprattutto quelli a tasso variabile.
Mutui: come cambierà il contratto di mutuo a tasso fisso e variabile?
Infatti è stata confermata la terza manovra antinflazionistica della BCE che ha portato l’Euribor, il tasso di rendimento dei mutui variabili sopra il 3%.. questo cosa significa che a metà del 2023 in mutui saranno carissimi e quindi chi riesce ancora a negoziare un contratto di mutuo a tasso variabile al di sotto di questa percentuale può ritenersli certamente fortunato.
L’Euris, quindi il tasso di riferimento per il tasso fisso dall’inizio dell’anno 2022 È già cresciuto di oltre 250 punti base superando l’ultima settimana il 3%, e quindi per questo motivo, subirà un impatto minore rispetto all’Euribor.
Tutto questo sui mutui ha un impatto immediato. Infatti secondo un’indagine di mutui online.it una persona di 39 anni che richiede un mutuo di 140.000 per un immobile dal valore complessivo di 200 mila euro e quindi al 70% con una durata di 20 anni può arrivare a pagare 13.000 euro in più nell’arco di tutto il periodo del contratto che corrisponde ad un tasso del 3,36% con una rata mensile di 857 contro i 802 euro che avrebbe pagato se la BCE non avesse aumentato di 75 punti base i tassi d’interesse.
Mutui: quanto si pagherà in più per comprare casa?
Il tasso variabile invece cresce in proporzione molto di più e infatti una rata di 641 al mese con lo 0,95% diventerebbe 689 se il tasso salisse 1,7% e ciò provocherebbe un esborso di 11.000 euro in più.
L’aumento dei tassi inoltre ha generato il 2,03% con ben 130 punti base in meno rispetto alla media dei 3,34 %.
La migliore offerta variabile quindi si è assestata lo 0,53% rispetto al tan medio di 1,85%.
Come abbiamo già detto esistono comunque vari prodotti sul mercato come il tasso variabile con il CAP vale a dire un tasso variabile con un tetto massimo di interesse che costituisce una via di mezzo tra il tasso variabile e il tasso fisso. O forse potremmo dire che è un tasso variabile migliorato perché evita di prendere delle oscillazioni troppo forti. Il tasso misto invece è un prodotto che può passare dal tasso fisso quello variabile a seconda delle circostanze e con delle tempistiche definite. Poi abbiamo il tasso fisso e variabile standard.
In Italia i prezzi delle case sono aumentati soltanto del 6%. Attestandosi intorno ai 2000 euro al metro quadrato, ma negli Stati Uniti i prezzi sono aumentati del 45% in 3 anni e nel Regno Unito del 23,6%.