I mutui a tasso variabile sono ormai fuori controllo in Italia. A causa del forte aumento del costo del denaro, i contratti di mutuo potenzialmente a rischio sono quasi 500mila, per un valore di 60 miliardi. Parliamo di mutui con rata superiore al 50% del reddito disponibile, quindi la soglia d’allarme. A scattare la fotografia della situazione è il Sole 24 Ore, con l’aiuto dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Nomisma e Save Your Home. Dunque, un mutuo medio da 120mila euro è passato da una rata di 400-500 euro al mese del 2022 a oltre 800, o anche oltre 900. Inoltre, un quarto del mercato è caratterizzato da finanziamenti oltre l’80% del valore della casa. All’orizzonte potrebbe esserci un macigno finanziario per le famiglie italiane, anche tenendo conto delle dichiarazioni della governatrice della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde: «I tassi resteranno alti per diversi trimestri».
Le prassi delle banche prevede che un mutuo venga tarato su una rata non superiore ad un terzo del reddito netto famigliare, ma i forti rialzi della Bce hanno rimescolato le carte. Questo tsunami finanziario ha travolto i piani di ammortamento dei mutuatari, soprattutto di chi ha davanti più della metà degli anni di contratto da onorare. Questa situazione impatta negativamente soprattutto sulle fasce basse e medie di reddito, fino anche a 1.900 euro netti mensili, ovvero 40mila euro lordi all’anno, con un peso della rata che è arrivato a superare nei peggiori casi anche il 60% del reddito netto mensile.
MUTUI, A RISCHIO CREDITI PER 60 MILIARDI
La politica anti-inflazione della Bce sta lasciando molte famiglia con poche centinaia di euro di margine al mese per altre spese, visto che oltre la metà del reddito viene assorbito dalla rata del mutuo. «La fascia con un reddito fino a 1.500 euro al mese è la più esposta perché si trova facilmente con un rapporto rata/reddito superiore al 50% e in alcuni casi anche oltre il 60%. Questa fascia vale il 23%, ovvero 23 miliardi», spiega Roberto Anedda, consulente di Nomisma al Sole 24 Ore. A rischio anche la fascia successiva, quella che riguarda i redditi tra 1.500-2.000.
«In base alle nostre valutazioni potrebbe vedere la propria rata arrivare anche al 50% del reddito, rappresenta un altro 35%, quindi 35 miliardi. Da qui arriviamo a una cifra di mutui a rischio vicina ai 60 miliardi, che potrebbe scendere a 40 miliardi nell’ipotesi che lo scorso anno alcuni abbiamo surrogato riuscendo a strappare un fisso sotto il 3%. Nella prima fascia rientrano 190mila famiglie, nella seconda 290mila. Da cui ci si avvicina a quota 500mila famiglie», aggiunge Anedda. Il problema è che sono situazioni “croniche”, quindi non migliorerebbero con una surroga né con un taglio dei tassi tra un punto e 1,5 punti in due anni. «Sarebbe comunque troppo poco per ridare ossigeno al budget famigliare, nel frattempo eroso anche da inflazione e aumento dei costi energetici», conclude Anedda.
LAGARDE AVVERTE BANCHE “RISCHI AUMENTANO”
In occasione della settima conferenza annuale del Comitato europeo per il rischio sistemico (Esrb), Christine Lagarde è tornata ad usare toni minacciosi. «I titoli a reddito fisso detenuti dalle banche dell’Ue potrebbero subire un notevole ridimensionamento, nel caso in cui dovessero essere venduti». Vendere un bond sovrano, il cui rendimento era commisurato all’appiattimento dei tassi di riferimento e il cui prezzo è crollato proprio per gli inasprimenti voluti dalla Bce, sarebbe un bagno di sangue a livello di bilancio per Lagarde. «La combinazione duratura di bassa crescita e costi più elevati del servizio del debito continuerà a mettere a dura prova le famiglie e le imprese vulnerabili, il che potrebbe comportare un aumento dei crediti deteriorati», aggiunge la presidente della Bce. Quindi, un avvertimento ai governi, visto che le politiche fiscali impattano proprio sulla stabilità finanziaria: «Finora il sistema finanziario europeo ha evitato lo scenario peggiore di gravi rischi sistemici, ma i responsabili delle politiche devono rimanere proattivi e attenti ai pericoli che potrebbero presentarsi».