Inutile nascondere che l’inflazione e il conseguente rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, ha inciso più che negativamente sui mutui, sia quelli a tasso fisso che quelli a tasso variabile.

Nel corso del 2022 ci siamo dovuti abituare ad un continuo e repentino movimento dei tassi di interesse, questo ha generato una forte volatilità che ha influito negativamente sul mercato immobiliare. Ad esempio, così come sottolineato da Il Sole 24 Ore, se con una rata da 527 nel 2022 era possibile ottenere un immobile di 200 mila euro, oggi si arriva a malapena a 148 mila euro.



Mutui sempre più cari: potere d’acquisto ridotto del 25%

Complessivamente il potere d’acquisto è stato ridotto del 25%, per chi ha deciso di comprare casa.

Entro marzo 2023, tutti gli investitori danno per scontata un’altra mossa da 50 punti base che porterebbe il rialzo del costo del denaro all’ingrosso a 350 punti, a partire dai 300 punti dello scorso dicembre. Anche le dichiarazioni nelle ultime ore rincorrono questa strada e il mercato dei futures sconta Euribor 3 mesi al 3,7% a fine dicembre che salirebbe inevitabilmente al 4,2%.



In realtà il 4,2% è un traguardo più che possibile, visto che l’inflazione potrebbe scendere dal 5,3% al 4,2% entro i prossimi 9 mesi. Quindi per contrastare l’inflazione la BCE potrebbe essere costretta a pareggiare i conti tra i livelli attesi dell’inflazione e quelli del costo del denaro.

Ovviamente questo intaccherà molto negativamente il settore dei mutui, ma potrebbe rendere la manovra più incisiva da un certo punto di vista.

Mutui sempre più cari: i coraggiosi che guardano al futuro scelgono il variabile

E quindi cosa fare adesso? È meglio scegliere il mutuo a tasso fisso che è sicuramente più alto che in passato, oppure optare per un Euribor che salirà ancora ma potrebbe precipitare dopo pochi mesi? Sicuramente l’indice che regola il tasso variabile non salirà per sempre e, i futures, lo vedono in discesa entro il 2024 con delle tappe che orbiteranno intorno al 3%, verso la fine del 2024 il 2,6% a fine 2025.



Ciò che accadrà dopo il 2025 è ancora da definire, ma i più coraggiosi potrebbero armarsi adesso per affrontare meglio il futuro. Un paio di anni di sacrifici per poi avere la rata più invidiabile che mai, magari anche approfittando dell’emendamento inserito in legge di bilancio approvato il 28 dicembre 2022 che consente a tutti coloro che hanno un reddito inferiore a 35.000 euro di poter rinegoziare il contratto di mutuo sia per quanto riguarda i tassi di interesse, sia per quanto riguarda le surroghe e lo stralcio. Un emendamento che renderebbe sicuramente più movimentato il mercato immobiliare grazie ad un sicuro intervento sui mutui. È sicuramente un intervento che cancella la stagnazione bancaria in cui spesso si incappa in situazioni economiche come quella che stiamo vivendo.

Ma sulla base di uno studio condotto da MutuiSupermarket.it, la maggior parte delle persone opta sempre per il tasso fisso a cui resta fedele.
Di sicuro il risultato dell’impennata dei 300 punti base che, entro marzo 2023, ci si aspetta arrivi a 350 potrebbe ridurre ulteriormente il potere d’acquisto che già è stato ridotto del 26% infatti se l’anno scorso con un mutuo a 30 anni e una rata da 550 euro una famiglia poteva garantirsi un immobile da 200000 euro, lo stesso aspirante mutuatario oggi potrebbe acquistare una casa da 148.000 secondo Il Sole 24 Ore. Quindi per poter avere un potere d’acquisto più alto bisognerà necessariamente aspettare che i tassi di interesse calino di quota.