L’applicazione di incontri musulmani, leggasi Muzmatch (oggi Muzz), ha perso il suo appello nei confronti di Match Group, la società proprietaria di Tinder. La Corte d’Appello, come riferito dalla BBC, ha quindi confermato la sentenza emessa nel giugno del 2022, secondo cui il consumatore medio sarebbe stato indotto a pensare che la stessa app di dating facesse parte appunto del gruppo di cui sopra. Muzz ha criticato la sentenza definendo l’azione legale “profondamente preoccupante per altre start-up nel settore del dating”, mentre Match Group, di contro, si è detta contenta del lieto fine.



“Abbiamo sempre saputo – le parole affidate ad un portavoce – che Muzmatch avesse beneficiato ingiustamente della nostra reputazione e degli investimenti nei nostri marchi, e stava ingiustamente cavalcando l’onda di Match Group per il proprio tornaconto”. E ancora: “Continueremo a proteggere il lavoro e la creatività dei nostri dipendenti mentre continuiamo a creare connessioni significative per tutti i single, di ogni provenienza, in tutto il mondo”. La Corte ha quindi deciso di confermare la precedente sentenza del giudice, secondo cui vi era “un rischio di confusione a seguito dell’uso da parte di Muzmatch di parole chiave SEO che comprendevano il termine ‘corrispondenza’”.



MUZMATCH, L’APP MUZZ PER MUSULMANI PERDE CONTRO TINDER: “VOGLIONO MANTENERE LA LORO POSIZIONE DOMINANTE”

Muzz Shahzad Younas, il fondatore di Muzz, ha criticato la decisione, e puntando il dito contro Match Group ha spiegato che l’azione legale sarebbe stata una semplice mossa per “mantenere la propria posizione dominante a livello globale”. Muzz era stato lanciato nel Regno Unito nel 2015 sotto il nome di Muzmatch, ed è un’applicazione di incontri destinati a persone musulmane.

Stando a quanto spiegato da Younas, Match Group avrebbe tentato di acquistare la stessa app in quattro diverse occasioni, fra cui anche un’offerta da ben 28 milioni di sterline che però avrebbe rifiutato. Match Group non ha confermato ne smentito queste notizie, ma il portavoce del gruppo ha spiegato che il caso Muzz sarebbe costato “quasi 2 milioni di dollari in spese legali e danni”.