Anche Myss Keta sarà tra le protagoniste del secondo appuntamento con i Seat Music Awards 2019 in onda stasera su Rai1. La rapper con la maschera, ha conquistato il popolo social anche per merito dei suoi pezzi, dissacranti e senza tabù. Di recente è salita anche sul palcoscenico del Wired Next Fest 2019 di Milano, dove ha parlato di un brano contenuto nell’ultimo lavoro discografico che s’intitola “Paprika”. L’evento in questione infatti, si svolgeva a Porta Venezia e lei, con la collaborazione di Elodie, ha inciso il pezzo dal titolo “Le ragazze di Porta Venezia”. “Quel pezzo l’avevo fatto uscire su YouTube con un sample di cui non avevamo in realtà i diritti, quindi è stato rimosso subito. Ora che ce li abbiamo l’ho fatta uscire in Paprika con una versione in cui abbiamo integrato i concetti di tante artiste femminili come Priestess e Elodie”. Ma come si diventa una ragazza di Porta Venezia? La rapper ironizza: “Ci sono delle rigidissime selezioni psicofisiche perché bisogna saper reggere il palco”, poi aggiunge “In realtà devono essere delle persone che accettano completamente sé stesse, non hanno paura di mostrarsi per quelle che sono”.



Myss Keta sul palco dei Seat Music Awards 2019

La caratteristica principale di Myss Keta è quella di portare una maschera che ne nasconde il volto: “Il mio progetto va avanti dal 2013 e mi fa crescere in prima persona di continuo, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione del corpo. Non avendo un viso, una mimica facciale, ho dovuto iniziare a esprimermi col mio corpo a un’intensità 10x”. Il suo percorso evolutivo subisce il massimo spicco pubblicando il video di “Pazzeska”: “Volevo utilizzarlo come strumento politico spesso in Occidente lo consideriamo come una macchina che ci porta da una parte all’altra, invece volevo mostrare sullo schermo una figura primordiale, un’energia primitiva, femminile, archetipica”. Per la rapper, le divisioni sono assolutamente stupide: “Vorrei arrivare a una visione in cui non c’è una divisione maschio-femmina”. Secondo lei, gli esseri umani hanno cose più importanti che li uniscono: “invece ci concentriamo sulle piccole divisioni (vestirsi in un certo modo, venire da un certo luogo ecc.). Tutti siamo esseri umani, ricordiamocelo al di là delle differenze anche di genere”.

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