La storia di Nad Sylvan è alquanto singolare e può essere da esempio per tanti giovani. Nad, infatti, è arrivato alla notorietà internazionale in tarda età, da quando nel 2012 è entrato a far parte della band di Steve Hackett. Sylvan, di quella band, è oramai elemento insostituibile per le sue qualità vocali, sceniche e non solo. Tastierista e musicista raffinato, ha dato alle stampe nel giro di appena cinque anni tre grandi album quali COURTING THE WIDOW (2016), THE BRIDE SIDE NO (2017), THE REGAL BASTARD (2019) ottenendo grande riscontro di pubblico e critica, diventando un autentico musicista di riferimento fra i molti appassionati del genere prog e non solo.



Approfittando del forzato periodo di stop alla musica dal vivo, ha dato alle stampe un nuovo lavoro, in qualche modo lontano da certe atmosfere dei precedenti. SPIRITUS MUNDI (Insideout) ripropone le poesie del Nobel irlandese William Butler Yeats. Un album impegnativo che Sylvan ha affrontato con la medesima cura dei precedenti lavori, sempre caratterizzandolo con l’impronta del suo stile. Il clima musicale riporta al folk rock inglese e, non a caso, nelle note di copertina lo stesso artista cita, fra il serio ed il faceto, Cat Stevens.



La voce del protagonista si adagia sui testi di Yeats, ben supportato da Andrew Laitres (seconda voce, chitarra acustica e tastiere) coautore di tutte le musiche e alter ego dell’intero album.

Un Sylvan che mostra un altro aspetto della sua bravura. Un album consigliato agli amanti della buona musica che si evidenzia per il rispettoso approccio all’opera del grande letterato irlandese. Nove i brani proposti più due bonus track, una delle quali, You’ve got To Find a Way firmata testo e musiche dal solo Sylvan.

Nad sceglie la semplicità degli arrangiamenti, improntati essenzialmente sulla chitarra acustica e le orchestrazioni delle sue tastiere, nonostante la presenza di grandi strumentisti come Tony Levin al basso presente in quattro brani e Steve Hackett (12 corde) nella conclusiva To A Child Dancing In The Wind. Il line up di SPIRITUS MUNDI è completato da Neil Whitford: chitarra, Jonas Reingold: basso, Steve Piggot: chitarra, Kiwi Te Kanna: oboe, flauto cinese. Alla batteria l’italiano Mirkko De Maio, nativo di Pompei, componente del famoso gruppo prog svedese The Flower Kings.



Un bel viaggio che si apre con la suggestiva The Second Coming nella quale compare la voce dello stesso Yeats. In apparenza un lavoro meno immediato dei precedenti che in termine di arrangiamenti lavora più sulle finezze che sulle parti epiche e ad effetto. Dal punto di vista strumentale, magistrali le parti di basso di Levin (Cap and Bells), come pure quelle di Jonas Reingold in The Hawk. Lo stesso Andrew Laitres suona con tocco impeccabile l’acustica in corde di nylon in The Wich and The Mermaid. Il disco suona bene con quel tanto di déjà vu, che lo rende attraente e, allo stesso tempo, lontano da tante produzioni-porcheria che popolano l’attuale panorama musicale.

In un momento di estrema decadenza di tutto un sistema artistico e musicale, riproporre all’attenzione i testi di William Butler Yeats di fatto rappresenta un segnale di speranza in certi valori, in certa musica, in certe emozioni.

Io sono un romantico ed ho un gran gusto per la melodia, per i sentimenti e le emozioni. Amo la bellezza della musica, non mi piace il virtuosismo fine a se stesso, il voler sfoggiare il lato tecnico a tutti i costi. Per me il sentimento viene al primo posto, un bel brano deve farti commuovere, deve farti provare delle emozioni perché se non ci sono quelle non importa quanto tu sia bravo a suonare il tuo strumento. (Nad Sylvan)

Curate le registrazioni (Svezia, USA, Inghilterra, Austria e Italia), arrangiato, missato e prodotto da Nad Sylvan.

Splendido ed esaustivo il booklet, con testi e musicisti indicati in ogni brano.

Si consiglia “vivamente”.

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