Dal 2014, anno in cui Nad Sylvan è entrato a far parte della band di Steve Hackett, la sua notorietà ha avuto una esponenziale crescita grazie alle centinaia di esibizioni in ogni parte del mondo. Nessuno avrebbe mai immaginato che Sylvan avrebbe scaldato i cuori degli appassionati grazie a due bellissimi album come COURTING THE WIDOW (2016) e THE BRIDE SIDE NO (2017) che lo hanno fatto diventare uno dei più stimati e autorevoli musicisti prog a livello mondiale.



I suoi lavori sono evocativi della musica che negli anni ’70 ha avuto i momenti di massimo splendore; sonorità, strumenti e modalità esecutive, sono un sincero omaggio a quei climi, il tutto filtrato da una straordinaria sensibilità maturata in anni di esperienza. I suoi album, a dimostrazione della credibilità acquisita, vedono fra gli ospiti alcuni dei più grandi talenti del mondo rock. Ora, al compimento dei 60 anni, pubblica, per la InsideOut, il suo nuovo e atteso album The REGAL BASTARD che chiude la trilogia incentrata su Vampirate il personaggio protagonista. Anche se il musicista ha dichiarato che la gran parte dei testi sono in qualche modo autobiografici, i climi evocati dall’ultima copertina riportano ad atmosfere dark; curiosa la foto che vede l’artista svedese aggrappato ad un carro funebre trainato da cavalli impennacchiati.



La musica scorre fluida con interventi solistici di grande livello ad opera di maestri del calibro di Tony Levin, Steve Hackett, Guthrie Govan e Nick D’Virgilio. Sylvan, autore di testi e musiche, oltre a dispiegare la sua originale voce, suona da par suo tastiere e chitarre conducendoci in questo nuovo ed appassionante viaggio che farà contenti i “Vampirates”, così Nad chiama i suoi fan. L’album è stato registrato in Gran Bretagna, Stati Uniti e Svezia negli studi Sylvanite ad Uttran dove sono stati effettuati i missaggi.

Sette brani più due bonus track (encore) tutti scritti ed arrangiati dallo stesso Sylvan. I Am the Sea, che apre il cd, riprende i climi del precedente album, proprio a voler dare un carattere di continuità a questo nuovo lavoro. Fra i musicisti presenti Anders Wollbeck, che ha collaborato coproducendo e suonando in alcuni brani. Sontuosa la chitarra di Guthrie Govan che insieme alla voce di Sylvan ci introduce senza esitazioni nel clima di THE REGAL BASTARD.



Oahu aperta da una dolente voce ci porta immediatamente indietro nel tempo con synth, cembalo, hammond e mellotron. La magistrale sezione ritmica composta da Nick D’Virgilio e Jonas Reingold apre Whoa (Always Been Without You), composizione dall’andamento accattivante, con la chitarra ritmica di Sylvan a impreziosirne la lunga ed efficace coda finale; ai cori Jade Ell e Sheona Urquhart. Meet Your Maker mette in risalto l’abilità di Sylvan alla chitarra solista supportato dalla presenza del leggendario Tony Levin al basso e dalla seconda voce di Tania Doko. Atmosfere divise fra climi prog e tentazioni funk. Di grande impatto la mini suite The Regal Bastard con le sue tessiture orchestrali, sapientemente utilizzate per evidenziare le capacità espressive della voce di Nad Sylvan che qui si dispiega con struggente bellezza. Orchestrazioni, suoni, soli di synth e di chitarra ad opera di Nad, finezze strumentali, cura dei particolari, ne fanno il brano cardine del disco; da ascoltare e riascoltare. Leave Me On These Waters malinconica ballad impreziosita dalla presenza di Govan alla chitarra e dal soprano di Rob Townsend compagno di viaggio nella band di Hackett.

Honey I’me Home, strumentale, probabilmente, dedicato all’amatissima gatta Skrut (vedi foto del booklet interno) vede al proscenio il tapping di Steve Hackett, presente anche nei due precedenti lavori. Assai evocativa la parte delle chitarre ritmiche suonate dallo stesso Sylvan.

Nei due encores a partire da Diva Time il musicista mette in mostra tutta la sua abilità vocale interpretando alla grande anche un testo di Yeats. Il cd viene chiuso da The Lake Isle of Innisfree in un clima di rilascio, evidenziato anche dalle ultime foto del booklet che ritraggono gli splendidi paesaggi svedesi. Una ultima considerazione: se a Steve Hackett va dato il merito di averlo in qualche modo scoperto, va riconosciuto che il rinnovato successo dell’ex chitarrista dei Genesis, ha beneficiato della bravura di Nad Sylvan. La grande sensibilità, i suoi travestimenti, la gestualità, la sua voce, ci permettono in qualche modo di riassaporare quella irripetibile stagione musicale che fu segnata dai primi straordinari Genesis, dai King Crimson e dagli Yes. Roba da brividi. Se amate quella musica non mancate THE REGAL BASTARD. Auguriamo a Nad Sylvan di poterlo presto ascoltare dal vivo alla guida di un suo gruppo, se lo merita.