Un giallo irrisolto quello della morte della giovane Nada Cella, segretaria 25enne che venne uccisa il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, dove lavorava. A casa di Fausta Bacchioni, sorella della mamma del commercialista, è stato trovato qualche tempo fa una sorta di manoscritto con appunti raccolti tra il 1996 e il 2000. Sia Soracco che la madre compariranno il 15 febbraio davanti al giudice per l’udienza preliminare per favoreggiamento e false dichiarazioni nell’ambito del processo della morte della 25enne. Quel manoscritto, secondo la Procura, è la prova del tentativo della famiglia Soracco-Bacchioni di depistare le indagini, spiega il Corriere della Sera.



Nella bozza del libro, secondo gli inquirenti redatto da Fausta, è stato riportato un dialogo con una vicina di casa. Qui l’anziana raccontò alle due sorelle di aver visto qualcuno fuggire in motorino alle 9 di mattina, subito dopo l’aggressione ai danni di Nada. Un dettaglio che le due hanno sempre omesso durante i numerosi interrogatori. Quella confessione avrebbe scagionato anche Marco Soracco, indagato a lungo per aver ucciso la donna.



Nada Cella, la famiglia Soracco ha coperto l’assassino?

Secondo gli inquirenti, Soracco e la madre avrebbero coperto per 28 anni l’assassino o assassina di Nada Cella. La segretaria uccisa, infatti, secondo le indagini conosceva un segreto e così forse anche l’omicida. Si tratterebbe di giri di strozzinaggio poartati avanti da qualche cliente dello studio, spiega il Corriere della Sera. La riapertura del caso, nel 2021, è arrivata anche grazie alla criminologa Antonella Delfino Pesce, consulente dei Cella, che ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato dai futili motivi per Annalucia Cecere. La 55enne, ex maestra, sarebbe stata infatti una “rivale in amore” di Cella.



La donna, secondo l’accusa, avrebbe ucciso Nada e poi avrebbe fatto di tutto per allontanare ogni sospetto, anche facendo pressioni su un ex fidanzato, chiedendogli di raccontare agli investigatori che al tempo del delitto stavano ancora insieme. Un escamotage che avrebbe portato gli inquirenti – secondo la presunta assassina – a credere che non avrebbe avuto motivo di essere gelosa di Nada, di cui Soracco si era invaghito. Il tentativo di depistaggio è stato confermato dall’ex della donna, Adelmo Rota. Cecere lo ha contattato lo scorso maggio mostrando “un atteggiamento persecutorio nel tentativo di indurlo a ricordare che all’epoca dell’omicidio ancora si stavano frequentando”. Non soltanto: la sera stessa in cui Nada è stata uccisa, Cecere avrebbe chiamato un’amica per chiedere il posto di lavoro di Nada.