Eleonora Canevari è la nipote di Nada Cella ed è una dei famigliari della povera donna uccisa a maggio del 1996, che si è a lungo battuta per trovare la verità su questa morte rimasta fino ad oggi misteriosa. La svolta nel caso è arrivata due giorni fa, quando sono stati rinviate a giudizio tre persone a cominciare dalla Cecere, accusata di omicidio, e persona che secondo gli inquirenti avrebbe agito per gelosia e invidia.



Ha esultato sui social Eleonora, 26 anni (nata due anni dopo la morte della zia), che ha ricordato come la vittima, con la notizia del triplice rinvio a giudizio, possa ora cominciare a riposare in pace. La verità non è mai stata così vicina per la famiglia di Nada Cella, e dopo quasi 30 anni sembrava impossibile giungere alla svolta di 48 ore fa, tenendo conto che quello che di Chiavari sembrava il classico cold case destinato a rimanere irrisolto forse per sempre.



NADA CELLA, LA NIPOTE ELEONORA: “LO SCORSO MARZO…”

Quando la Corte d’Appello di Genova ha ufficializzato il rinvio a giudizio, sottolinea il Corriere della Sera, Eleonora non era presente, ma c’è sempre stata in altre udienze, desiderosa di scoprire la verità e nel contempo di stare sempre vicina alla sua zia che non ha mai conosciuto, ma verso cui prova un grandissimo affetto.

La sua assenza è stata comunque volontaria, racconta la stessa 26enne parlando proprio con il quotidiano di via Solferino, memore dell’udienza dello scorso marzo che aveva appunto prosciolto Cecere, Soracco e Bacchioni (la mamma del commercialista), una decisione che le “riecheggerà nella testa” ancora a lungo, spiega sempre la nipote di Nada Cella, “un dolore che non mi scuoterò di dosso”. Il Corriere della Sera sottolinea l’incredibile somiglianza fra Eleonora e la zia, e pare che le similitudini non si esauriscano solo all’aspetto fisico ma anche al carattere.



NADA CELLA, LA NIPOTE ELEONORA: “HO PIANTO AL CIMITERO…”

Spesso e volentieri Eleonora si reca al cimitero ad andare a trovare Nada Cella e l’ultima volta che aveva pregato di fronte alla lapide (Eleonora vive a Milano mentre Nada è sepolta a Chiavari), è stato lo scorso marzo, quando arrivò appunto la sentenza di proscioglimento. Fu un’occasione drammatica visto che Eleonora pianse quella volta “La ferita era ancora fortissima sul cuore”, ha ricordato “Faceva un male cane” in quanto quel giorno in tribunale vide la zia morire, anche se lei nel 1996 non era ancora nata.

Tutto è cambiato nel giro di 8 mesi, e questa svolta inattesa ha spinto Eleonora a scrivere sui social che la vita a volte ti illumina la strada in un modo tutto suo, godendosi poi questa “piccola grande vittoria”, sperando di continuare a piangere ancora di gioia “anche se nessuno”, riporterà mai indietro l’amata zia. Ora si aspetta l’inizio del processo, con la speranza che si possa mettere definitivamente la parola fine a questa vicenda.