A Quarto Grado si parla di Nada Cella, la segretaria assassinata a Chiavari nel 1996 quando aveva soltanto 24 anni. Per l’omicidio, un chiaro esempio di cold case, c’è stata negli ultimi giorni una svolta: vi è infatti una nuova indagata, Anna Lucia Cecere.
La storia del delitto è nota: segretaria del commercialista di Marco Soracco, che abita al piano di sopra con la madre, Nada Cella non è soddisfatta dell’impiego, come ha confidato al suo diario, perché non sopporta più il principale. Ed è proprio lui a dare l’allarme alle 9:15 della mattina del delitto, dopo aver trovato la giovane distesa per terra in un lago di sangue. La donna è stata colpita più volte alla nuca da un oggetto mai ritrovato: morirà in ospedale nel primo pomeriggio, senza riprendere conoscenza. Nessuno nel palazzo pare aver sentito nulla, e la madre del commercialista lava i pavimenti dello studio cancellando preziose tracce dicendo di aver pensato ad un malore. I sospetti si concentrano inizialmente su Soracco, ma al netto di un’inchiesta che viene aperta e chiusa varie volte, il commercialista viene prosciolto. Si arriva così all’avviso di garanzia per Anna Lucia Cecere, che 3 testimoni – tra cui una clochard e una passante – avevano notato uscire frettolosamente dal palazzo di via Marsala. La senzatetto aveva parlato addirittura agli inquirenti di una mano insanguinata. La passante invece aveva riconosciuto la donna in una sua conoscente: Anna Lucia Cecere. La donna, allora 28enne, risultò indagata per 3 giorni. Eppure nella perquisizione vennero trovati dei bottoni simili a quelli ritrovati sulla scena del delitto, ma il raffronto solo fotografico non venne considerato decisivo.
NADA CELLA UCCISA PER GELOSIA?
Grazie al lavoro di una criminologa, Antonella Pesce Delfino, proprio quel bottone è tornato sotto la lente degli inquirenti. Per anni la professionista ha lavorato in maniera ostinata per fare riaprire il caso di Nada Cella, e alla fine c’è riuscita. La Procura ha indagato la Cecere per omicidio volontario, mentre Soracco e la madre per false dichiarazioni al pm. Al genetista Emiliano Giardina è stato affidato l’incarico di rianalizzare i reperti presenti sulla scena del crimine, tra i quali alcuni capelli rinvenuti accanto a Nada e le macchie di sangue e saliva rinvenute sulla sua camicetta. Secondo l’accusa la Cecere, invaghitasi di Soracco dopo averlo conosciuto ad un corso di ballo, potrebbe averla uccisa considerandola una rivale.
Proprio la criminologa è intervenuta a Quarto Grado, spiegando come tutto abbia avuto inizio quando ha dovuto scegliere un argomento per la tesi del master all’Università di Genova: “I bottoni? Tecnicamente sono quelli che hanno fatto riaprire le indagini, ma ci sono tanti altri indizi concordanti. Ci sono 3 testimonianze diverse di persone che non si conoscevano che collocano l’indagata sulla scena“. Intanto il marito dell’indagata, contattato dalla trasmissione Mediaset, si è lasciato scappare: “Testimoni che prima non c’erano adesso ci sono. Sicuramente pagati da qualcuno. Chi avrebbe interesse? Una sola persona…“.