Nada Ovcina circolava nella zona Ztl di Roma con un permesso disabili revocato perché intestato al marito Gianni Nazzaro, morto nel luglio dello scorso anno. La notizia è stata lanciata da Leggo, secondo cui la vedova dell’attore e del cantante, residente nella Capitale, è stata sorpresa in via di Ripetta alla guida di una Chrysler Cruiser con targa francese. Quindi, non ha neppure provveduto a immatricolare la sua auto con targa italiana, visto che risulta residente in Italia da oltre tre mesi. Come se ciò non bastasse, esponeva una fotocopia relativa ad un permesso disabili che è risultato revocato in quanto intestato ad una persona morta.
Nada Ovcina è stata trovata anche priva dei documenti di circolazione. Poi è emerso che aveva a suo carico oltre 900 multe per la violazione del codice della strada. Quindi, dovrà pagare multe per un ammontare che va oltre i 500 euro. Inoltre, è stato scattato il sequestro del mezzo e, secondo quanto riportato da Leggo, Nadia Ovcina è stata denunciata. Inoltre, verrà trasmessa un’apposita segnalazione al Dipartimento competente per l’avvio dell’iter previsto in merito ai verbali inevasi.
NADA OVCINA E I CONTROLLI DELLA POLIZIA LOCALE DI ROMA
Quando Gianni Nazzaro morì il 27 luglio dell’anno scorso dopo una grave malattia, la moglie Nada Ovicina dichiarò ai giornali di non avere i soldi per il funerale. Quindi, amici e colleghi dell’attore e cantante fecero una colletta per dare l’ultimo saluto all’artista. Chissà se avranno voglia di aiutare la vedova, fermata dagli agenti della Polizia Locale del GPIT (Gruppo Pronto Intervento Traffico) col permesso disabili intestato al marito morto e per questo ritirato.
Alla richiesta dei documenti da parte del personale, Nada Ovicina, secondo Leggo, avrebbe cominciato ad esibire una serie di fotocopie, tra cui appunto quelle del contrassegno disabili che, da accertamenti effettuati, è risultato revocato per la morte di Gianni Nazzaro. Visto che non aveva documenti di circolazione e alla luce delle sue versioni contrastanti, sono state condotte verifiche accurate nei confronti del suo veicolo, da cui è emerso che non aveva immatricolato l’auto con targa italiana e pendevano oltre 900 illeciti per violazione del codice della strada.