Nada Ovcina, moglie di Gianni Nazzaro, è intervenuta nello studio televisivo di “Domenica In”, trasmissione di Rai Uno condotta da Mara Venier. In un clima di grande commozione, la donna ha ricordato il marito recentemente scomparso: “Sto male, è un dolore senza fine, che non potrà mai passare. Voglio vivere solo per mantenere presente l’immagine di Gianni Nazzaro. Non lo devono dimenticare perché merita di essere sempre ricordato. La televisione non è stata generosa con lui”.



Poi, il ricordo del loro primo incrocio: “Ci siamo incontrati per caso durante una manifestazione. Lui cantava, aveva diciotto anni. Erano le 2 di notte, si è fermato in albergo da me, io ho dormito sul divano. Ci siamo scambiati i numeri di telefono. Una settimana dopo mi ha chiamato e da lì tutto ha avuto inizio”. L’amore è scoppiato quando Nada ha cominciato a guardare a lui come uomo e non solo come artista e dopo un periodo di fidanzamento è arrivato il matrimonio, “organizzato per le copertine dei giornali, Gianni non sapeva niente”.



NADA OVCINA: “IL TRADIMENTO DI GIANNI? SAPEVO CHE SAREBBE RITORNATO”

Nada Ovcina ha rammentato, successivamente, il tradimento da parte di Gianni Nazzaro: “Ha avuto un’infatuazione fisica per un’altra donna e se n’è andato, rimanendo sempre in contatto con me. Ero sempre il suo punto di riferimento, per qualsiasi cosa. Da questa donna ha avuto due figli. Soffrivo, ma sapevo che sarebbe ritornato”.

Poi, una notte, alle tre, è arrivata la chiamata di Gianni: “Puoi aiutarmi? Non so più cosa fare, sono disperato”. Nada Ovcina l’ha “recuperato” in un albergo e da quel momento non si sono più separati, aveva 100 milioni di debiti in quel momento, con gli strozzini alle calcagna. Negli ultimi anni dell’esistenza di Gianni, la coppia ha avuto un grave incidente d’auto, nel quale Nazzaro ha perso un rene, rischiando la vita. Successivamente, ha avuto un tumore ai polmoni: “Da un anno reagiva molto bene alle cure, ma al ritorno da una visita a Genova, accendendo l’aria condizionata in auto, si è ammalato di broncopolmonite. Nel giro di soli 15 giorni non ce l’ha fatta più. Mi è morto in braccio. Ci siamo sposati di nuovo alla clinica Gemelli alle 3 di notte, pochi giorni prima che morisse”. Infine, una polemica nei confronti della figlia: “Da quando è morto Gianni, io non ho più sentito mia figlia. Lei non è venuta al funerale, perché non se la sentiva. Ma a un funerale bisogna andare, anche se è un dolore tremendo”.