SERIAL KILLER DI PRATI, COME SI È SALVATA DIANA SCHIVARDI

Tra le vittime del serial killer di Prati poteva esserci la figlia di Nadia Bengala. Il retroscena su Diana Schivardi è stato rivelato da Repubblica, secondo cui aveva conosciuto Giandavide De Pau, vicino al boss Michele Senese che nel novembre 2022 uccise tre donne nel giro di una mattinata nel noto quartiere di Roma. Non solo era entrata in contatto con De Pau, la figlia dell’ex Miss Italia poteva essere una delle sue vittime, perché l’uomo voleva incontrarla.



Infatti, prima di prendere contatti con le sue tre vittime – Li Yanrong Xiuli Guo di nazionalità cinese e la colombiana Martha Lucia Torres Castano – aveva fatto il numero di Diana Schivardi. Questo il motivo per il quale è stata convocata in tribunale per essere ascoltata, anche se i medici sconsigliano ciò, in quanto la figlia di Nadia Bengala è in cura dopo essere stata fermata in seguito a un tentativo maldestro di rubare un’auto, vicenda per la quale è stata condannata a un anno e dieci mesi di carcere. Infatti, sono stati redatti dei certificati medici per consentirle di non partecipare all’udienza del 10 settembre scorso.



MAGISTRATI VOGLIONO SENTIRE LA FIGLIA DI NADIA BENGALA

La testimonianza di Diana Schivardi però è considerata importante dai magistrati, che infatti hanno insistito per una nuova convocazione. La figlia di Nadia Bengala dovrà confermare quanto aveva raccontato il 30 novembre di due anni fa, poco dopo i tre omicidi. La donna aveva spiegato di aver conosciuto Giandavide De Pau tre anni prima: l’aveva contattata telefonicamente, quindi si incontrarono a casa di lui, sulla Balduina, in zona Monte Mario. Schivardi rimase colpita perché le mostrò una foto che era stata trasmessa in tv, al telegiornale, per farle capire che era meglio non scherzare con lui.



Quindi, la figlia della showgirl spiegò ai poliziotti che era «un tipo strano», che non le piacque, anzi le faceva «paura». Infatti, le avrebbe raccontato con atteggiamento «minatorio» delle «cose strane», ad esempio che alcune persone se vogliono possono portare le ragazze in barca per farle «sparire in mare senza problemi». Sono due gli incontri che ci sono stati tra i due, poi la contattò due volte, la notte prima dei tre omicidi e il giorno dei delitti. Le chiese di andare da lui, ma non accettò, anzi lo bloccò al telefonino. Invece, le tre donne che lo incontrarono si fidarono di lui e vennero uccise.