Purtroppo non ce l’ha fatta Nadia De Munari a superare le gravissime ferite riportate dall’orrendo attacco avvenuto mercoledì scorso nella sua casa a Nuevo Chimbote, sulla costa centro-settentrionale del Perù: era una missionaria laica che cooperava da anni in Sud America per l’Operazione Mato Grosso, in particolare era responsabile del centro “Mamma Mia” di aiuto e sostegno ai bimbi bisognosi.



Dalle conferme giunte in queste ore dai quotidiani locali – in particolare “Diario De Chimbote” – ribaditi poi anche da Avvenire, Nadia De Munari è stata colpita più volte con un machete (o un’ascia) mentre si trovava in casa sua di sera: era già a letto quando qualcuno si è introdotto in casa, ha cercato di strangolarla con una corda di metallo e poi l’ha finita a colpi di machete. Come riporta Tgr Veneto – la donna era originaria di Schio – alle 6,30 del mattino il giorno dopo, quando la donna non si è presentata per l’abituale preghiera, gli altri volontari del centro si sono preoccupati e hanno avvertito le autorità. L’hanno trovata nella sua stanza, nel sangue, in gravissime condizioni: incosciente, ma ancora viva. Purtroppo oggi la notizia terribile: Nadia non ce l’ha fatta ed è morta in ospedale.



CHI ERA NADIA DE MUNARI

Indaga sull’assassinio la polizia locale di Nuevo Chimbote, cittadina sull’Oceano Pacifico: al momento non si esclude nulla, ma l’ipotesi principale è che possa trattarsi di un tentativo di rapina finito molto male. Sconvolti i colleghi e i bambini del centro peruviano, sconvolta però anche la comunità di Giavenale, quartiere di Schio (Vicenza) dove Nadia De Munari è cresciuta e dove tutt’ora risiede la sua famiglia. Missionaria laica dal 1995, era molto conosciuta in Italia e in Perù: portava cibo e cure ai bisognosi e formava altre maestre per l’educazione dei bambini a Nuevo Chimbote, baraccopoli tra le più pericolose delle Ande. Nel periodo Covid Nadia oltre che insegnare e portare cibo ai poveri, aiutava le altre insegnanti mandando via telefono i programmi e i compiti ai bambini che non potevano venire in classe per via del lockdown: «In quarant’anni di attività, cioè da quando il nostro Movimento è stato fondato da don Ugo De Censi, non abbiamo mai avuto aggressioni all’interno delle nostre case. Questo naturalmente oggi ci interroga», spiega un’amica di Nadia, anche lei volontaria del Mato Grosso, Rosanna Stefani. Anche un’altra donna, Lisbet Ramirez Cruz, è stata aggredita dai criminali e gli investigatori ritengono come fondamentale la sua testimonianza appena riuscirà a riprendersi.



“NADIA È UNA MARTIRE”

«Nadia è una martire», ha commentato all’Adnkronos don Gaetano Santagiuliano (parrocco di Schio) riportando le parole della mamma di Nadia De Munari, «la donna è sotto choc. Nadia tornava a casa ogni due tre anni ed era entusiasta, orgogliosa del servizio che faceva con l’operazione Mato Grosso. Gestiva sei asili e la scuola elementare in una periferia degradata a due ore da Lima». A ricordare Nadia anche la cugina Katia De Munari, assessore del comune di Schio, in un post su Facebook: «Oggi è giunto inaspettato e crudele un altro duro colpo da dover accettare…. Sei sempre stata il sole per tutti noi, hai dedicato la tua vita ad amare ed aiutare il prossimo… I tuoi bambini erano fonte di orgoglio e gioia per te e io non vedevo l’ora di ricevere tue notizie, video e le innumerevoli foto del tuo bellissimo mondo pieno d’amore». In un’intervista ad una radio localeriportata oggi da Tgr Veneto – la volontaria missionaria raccontava così il loro lavoro in quelle baraccopoli dimenticate dall’umanità: «Scoprire, e soprattutto scoprire con i giovani, con i bambini che hanno un cuore pulito, e vedere che la felicità viene dal dare, non dall’accumulare, viene dal regalare. Un sorriso, un gesto, questo arricchisce anche te».