Due anni fa moriva Nadia Orlando e non c’è stato giorno privo di dolore per la sua famiglia e i suoi amici. Anzi il dolore è stato aggravato dalla vicenda giudiziaria che ne è seguita, come uno squarcio nel cuore che si riapre. La 21enne di Vidulis di Dignano è l’ennesima vittima di femminicidio, di un amore malato. La sera del 31 luglio 2017 si incontrò con l’ex fidanzato Francesco Mazzega per l’ultimo chiarimento. Salita in auto, fu uccisa al termine dell’ennesima lite. L’omicidio sul greto del fiume Tagliamento, a Dignano, poi la folle corsa dell’allora 36enne che si concluse alle 9 del mattino dopo davanti al portone della sede della Polstrada di Palmanova, dove si presentò per costituirsi. Nadia era seduta al posto del passeggero, con la cintura di sicurezza allacciata. Il suo assassino ha trascorso solo poco più di due settimane in carcere. Per le sue condizioni psicofisiche è stato ricoverato in ospedale, nel reparto di psichiatria, a Udine, poi è stato portato nel carcere di via Spalato, da dove è andato via per una protesta dei detenuti. Quindi è finito a Pordenone, nel reparto protetto. Ma il 29 agosto 2017 il Tribunale del Riesame confermò i domiciliari per Mazzega, sorvegliato col braccialetto elettronico.



NADIA ORLANDO, DUE ANNI DOPO L’OMICIDIO: PARLA LA MAMMA

Quella decisione ferì profondamente i genitori di Nadia Orlando e scatenò dure polemiche che non si sono mai placate. Francesco Mazzega scelse infatti il rito abbreviato, grazie al quale è stato condannato solo a 30 anni di carcere. Ma fino alla sentenza definitiva può restare ai domiciliari, a casa dei genitori. Pochi mesi fa i suoi legali hanno chiesto il trasferimento del processo in un’altra sede, denunciando un “clima ostile”. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta e stabilito che il processo d’appello venga celebrato in Corte d’Assise d’Appello a Trieste, che ora dovrà fissare la data d’udienza. La prima era infatti fissata per il 12 aprile, ma questa mossa ha allungato i tempi. La storia di Nadia Orlando in questi mesi è stata raccontata anche in tv, nel corso di “Amore Criminale”, la trasmissione di Raitre. Ma in questi giorni, a due anni dalla morte di sua figlia, Antonella Zuccolo ha deciso di mettere nero su bianco il suo dolore. In una lettera racconta infatti la sua rabbia: «Da due anni stiamo recitando una vita normale. Lo dobbiamo fare e basta, non abbiamo alternative». Ma ogni giorno prima di recarsi a lavoro la mamma di Nadia Orlando si reca al cimitero davanti alla tomba della figlia. «Faccio il segno della croce, inizio a pregare e poi mi blocco. Me la prendo anche con Dio: “Cosa ti abbiamo fatto per meritarci questo”». Da quel giorno infatti è stata condannata ad una «vita infelice».

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