Margherita Rebuffoni, la mamma di Nadia Toffa, racconta oggi in un’intervista a Repubblica l’amore per la figlia: «Mi parlava di tutto, anche dei suoi errori», e quella raccolta di poesie che le aveva promesso di pubblicare. È uscita per Chiarelettere, s’intitola Ti aspetterò tutta la vita. La Iena le scriveva la sera, quando era a letto, le inviava alla mamma su WhatsApp o gliele leggeva al mattino: «La prima l’ho trovata per caso nel mio WhatsApp. Nadia scriveva di notte con quattro dita: ha scritto 450 poesie. Me le leggeva al mattino a colazione. Neanche le correggeva. Un giorno mi ha detto: “Ricordati di darle a Lorenzo Fazio (editore di Chiarelettere, ndr), è una bravissima persona, non avrai problemi”», racconta Margherita. Il libro «parla d’amore, c’è dolore e gioia». Quell’insieme di dolore e gioia che Nadia ha vissuto in prima persona, anche nelle sue storie d’amore: «Il primo fidanzato, un ragazzo d’oro, che ancora frequentiamo, era troppo possessivo. Il secondo era geloso dell’amore che lei aveva per le altre persone. Poi c’è stato il legame con uno più grande». «Io che la conoscevo bene – prosegue Margherita Rebuffoni  – sapevo della sua delusione, purtroppo noi donne abbiamo una marcia in più, sappiamo perdonare e lasciamo l’altro più libero nelle scelte profonde».



NADIA TOFFA, LA MAMMA “QUANDO NON POTEVA MUOVERSI…”

Un rapporto di libertà profonda e di amore incondizionato, fatto di solidarietà femminile e rispetto reciproco, quello fra Nadia Toffa e la mamma: «Ci guardavamo negli occhi, anche quando era ragazzina: “Non ti posso fare questo mamma, te lo devo dire cosa succede”». Un rapporto fra una mamma e una figlia, fatto di vicinanza e distanze misurate: «A Milano durante le cure stavamo sempre insieme, un legame totalizzante. Rimpiango solo di non averla abbracciata, stretta e baciata di più. Ma lei non voleva essere sbaciucchiata e la rispettavo», dice. Una sofferenza da cui Nadia ha sempre saputo ricavare gioia, per sé e per gli altri, come in quella sua poesia che recita: “Trasformo con facilità una tragedia in fiaba perché se leggi attentamente le cicatrici troverai storie pazzesche da raccontare“.



«Nadia soffriva ma sorrideva sempre», racconta Margherita Rebuffoni oggi a Repubblica. «Quando non poteva più muoversi mi ha spiegato che voleva diventare potente sui social per aiutare gli altri». Oggi Margherita si dedica ad Alba Nadia, la nipotina nata da sua figlia Silvia: «Questa nipotina mi dà gioia», dice, «Difficile spiegare come sto. Quando è morta Nadia ero stordita dal dolore, ho perso 20 chili, mi baciavano tutti». Sente ancora viva la presenza di sua figlia Nadia: «Per un anno intero mi sono sentita disorientata ma ho sentito l’amore della gente. Ho cominciato a elaborare il lutto da poco, ma sento Nadia così vicina che è difficile elaborare la perdita di una persona che senti viva».

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