Ci sono importanti novità riguardo la truffa a nome di Nadia Toffa di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi. Due persone sono state denunciate dalla polizia postale di Brescia. Il reato è stato commesso da un uomo e una donna. La coppia, come riportato da Tgcom24, aveva contattato alcuni parroci della diocesi di Brescia spiegando che la famiglia della giornalista de “Le Iene”, morta a 40 anni dopo una battaglia col cancro, voleva donare centomila euro alla Chiesa. Veniva chiesto di “sbloccare” l’eredità attraverso un versamento pari al 5 per cento della donazione. I due, un italiano e una cinese con precedenti, davano ai sacerdoti i contatti di uno studio notarile per avviare le pratiche. Ma tutto doveva avvenire dietro il versamento di qualche migliaia di euro. Uno dei conti correnti dei due indagati è stato bloccato fino al termine dell’indagine. Quindi i soldi disponibili sono stati “congelati” per poi essere restituiti al parroco truffato.



NADIA TOFFA E LA FINTA EREDITÀ: PRETE SCOPRE TRUFFA DA FAMIGLIA DELLA IENA

I fatti risalgono alla fine di agosto di quest’anno, subito dopo i funerali di Nadia Toffa. Un sacerdote ha ricevuto la chiamata di un sedicente funzionario di banca che gli comunicava la volontà della famiglia della giornalista di fare la donazione alla sua parrocchia. L’uomo aveva chiesto al sacerdote di contattare uno studio notarile preciso per perfezionare la procedura burocratica. Ma si trattava di un finto notaio, che aveva chiesto al sacerdote il pagamento, mediante bonifico bancario, di una somma di denaro, a titolo di imposte, pari appunto al 5 per cento della donazione. Il sacerdote, come riportato dal Corriere della Sera, ha dato conferma direttamente alla famiglia di Nadia Toffa, scoprendo di essere stato vittima di una truffa. Il sacerdote ha sporto quindi denuncia e gli investigatori della polizia postale hanno avviato le indagini che hanno portato all’identificazione dei responsabili.

Leggi anche

Chi è Nadia Toffa, com’è morta e malattia: il ricordo della madre Margherita Rebuffoni/ “La sento qui con me”